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Eugenio Spreafico, «Quanto sa di sale lo pane altrui», 1883 circa. Collezione privata

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Eugenio Spreafico, «Quanto sa di sale lo pane altrui», 1883 circa. Collezione privata

Nel Castello di Novara c’è l’Italia dei primi italiani

Al Castello di Novara, la mostra «L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata» ripercorre 70 anni di pittura tra Ottocento e primo Novecento, illustrando paesaggi, città, società e costume. Settanta opere raccontano l’identità visiva di una nazione in trasformazione, con uno sguardo su donne, borghesia e industrializzazione

Nicoletta Biglietti

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Prima dell’Italia «degli italiani», ci fu l’Italia dei pittori. Quella che osservava, descriveva, immaginava un Paese ancora da costruire. A raccontarla è la mostra «L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata», a cura di Elisabetta Chiodini, al Castello di Novara con 70 anni di pittura – dai primi anni Sessanta dell’Ottocento al terzo decennio del Novecento – che restituiscono il volto di una nazione in trasformazione. Settanta opere, da collezioni pubbliche e private, illustrano la nascita dell’Italia attraverso gli artisti che ne hanno tracciato l’identità visiva. Organizzata da METS Percorsi d’Arte, Comune di Novara e Castello di Novara, la mostra si articola in sette sezioni tematiche che conducono il visitatore in un viaggio nel paesaggio e la società del tempo. Dall’Italia rurale scandita da campi, valli e montagne immortalate da Signorini, De Nittis, Bruzzi, Ciardi, Michetti, Morbelli, Fornara, Tominetti e Maggi, alle coste e al mare, di Fattori, Cabianca, Steffani, Lojacono e Santoro che raccontano la vita dei litorali e dei porti. Le città - Torino, Firenze, Roma, Napoli, Venezia e soprattutto Milano - si mostrano nel pieno della modernità industriale nelle tele di Carcano, Joris, Tommasi e Calderini, mentre la borghesia emerge nei suoi riti sociali e nel tempo libero con Tito, Sartorio, Bignami, Mariani, Pittara e Gioli. L’arte declinata al femminile dà voce alle donne che osservano, collezionano o dipingono, come le muse di Lega, Borrani e Cammarano. Un’intera cella del Castello è dedicata al tema dell’amore venale, con le opere di Angelo Morbelli. Chiude il percorso l’Italia industriale e diseguale, dove lusso e miseria convivono nelle metropoli raccontate da Longoni, Sottocornola, Morbelli, Pusterla, Netti, Cosola e Nunes Vais. La mostra prosegue la serie di grandi progetti di METS ed è parte del programma culturale delle Olimpiadi Milano Cortina 2026. «Come accadde a Torino nel 2006 – spiega Paolo Tacchini, presidente di METS Percorsi d’Arte –  quando l’atmosfera olimpica trasformò la città e il suo sguardo, anche oggi vogliamo offrire un po’ di quella magia a Novara. La nostra nasce infatti dal desiderio di raccontare, attraverso l’arte, le radici di una nazione giovane ma capace di immaginarsi». La mostra ha il patrocinio di Regione Piemonte, Commissione Europea e Provincia di Novara.

NOVARA. Castello di Novara, piazza Martiri della Libertà 3, mar-dom 10-19, tel. 0321/1855421, ilcastellodinovara.it, «L’Italia dei primi italiani. Ritratto di una nazione appena nata» dall’1 novembre 2025 al 6 aprile 2026

Nicoletta Biglietti, 28 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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Nel Castello di Novara c’è l’Italia dei primi italiani | Nicoletta Biglietti

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