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Torna in Laguna il progetto fotografico dell’artista di Bolzano scattato nel 1997 a Marghera, la cui realtà industriale genera un’inaspettata armonia formale
- Chiara Massimello
- 07 luglio 2025
- 00’minuti di lettura


Walter Niedermayr, «Marghera 1997»
Courtesy l’artista e Ncontemporary
Ncontemporary riporta a Venezia il progetto di Walter Niedermayr
Torna in Laguna il progetto fotografico dell’artista di Bolzano scattato nel 1997 a Marghera, la cui realtà industriale genera un’inaspettata armonia formale
- Chiara Massimello
- 07 luglio 2025
- 00’minuti di lettura
Chiara Massimello
Leggi i suoi articoliNello spazio veneziano di Ncontemporary, fino al 26 luglio, si potrà visitare l’opera «Marghera 1997» di Walter Niedermayr (Bolzano, 1952). Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea, curata da Paolo Costantini e patrocinata dalla 47ma Biennale d’Arte di Venezia, «Marghera 1997» è un’indagine visiva e concettuale su uno dei più vasti e controversi paesaggi industriali europei: il porto di Marghera. Una singola opera che esplora l’estensione monumentale e la complessità architettonica di questa immensa area industriale, testimoniando la sua stratificazione tra costruzione, produzione e il paesaggio circostante.
Scattata in analogico nel 1997, «Marghera 1997» rivela la tensione tra l’espansione industriale e la natura, tra la funzionalità delle infrastrutture e la percezione del paesaggio, riflettendo sula capacità dell’uomo di comprendere e gestire il proprio impatto sull’ambiente.
La realtà industriale, nonostante la sua apparente inospitalità, genera un’inaspettata armonia formale. L’intreccio di tubature, ciminiere, gasometri e infrastrutture crea un’estetica involontaria. La mostra pone due domande fondamentali: abbiamo bisogno della tecnica per trovare una nostra identità? Oggi il sapere implica anche un dovere? Certamente, abbiamo una responsabilità collettiva di fronte al progresso tecnologico e all’uso delle risorse naturali. Non è la tecnica in sé a determinare il destino dell’umanità, ma l’uso che la società fa di essa e il porto di Marghera, con la sua vastità e il suo impatto ambientale è un simbolo di questa dicotomia.