Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Redazione GdA
Leggi i suoi articoliIl circo, nella ricerca di Riccardo Sala (1996), in arte Rikyboy, non è intrattenimento ma trasformazione. È un archivio iconografico mobile in cui sacro, popolare e quotidiano si sovrappongono, si consumano e si riformulano. Un immaginario che si rigenera per stratificazione e che attraversa l’intera pratica dell’artista. Da questa prospettiva nasce «Natale a…Mezzanotte», mostra di Riccardo Sala (1996), in arte Rikyboy, a cura di Francesco Perozzi, ospitata a Casa Sponge. L’esposizione inaugura il 21 dicembre alle ore 12:00 e rimane visitabile fino al 22 febbraio presso l’artist-run space marchigiano, prima residenza d’artista delle Marche e riconosciuta dal Ministero della Cultura come Luogo del Contemporaneo.
Nel periodo natalizio il circo trova qui una collocazione precisa. A Casa Sponge non arrivano tendoni né carovane, ma iconografie, memorie grafiche e figure sedimentate nell’immaginario collettivo. Nel contesto rurale che accoglie la mostra, il repertorio circense si concentra e si riattiva, rendendo più leggibile, per contrasto, una delle direttrici centrali del lavoro dell’artista.
Questa tensione attraversa l’intera ricerca di Rikyboy, sospesa tra l’estetica circense e la dimensione silenziosa dei paesaggi lombardi, osservati con lo sguardo di chi si definisce un «voyeur della Brianza». Nel 2024 questa linea di lavoro prende forma nel progetto Circo Rurale, iniziativa itinerante che attraversa cascine e corti lombarde, trasformando la quotidianità agreste in una forma di spettacolo condiviso, domestico e radicato nei luoghi.
A Casa Sponge questo universo trova per la prima volta una declinazione indoor, più raccolta e intima. Durante la residenza, dal 13 al 20 dicembre, Giovanni Gaggia, fondatore dello spazio, mette a disposizione dell’artista il proprio archivio personale dedicato alla pubblicistica circense: locandine, cataloghi, materiali effimeri e testimonianze d’epoca. Un corpus che l’artista assume come atlante visivo per sviluppare una nuova serie di opere. Segni, layout e composizioni vengono rielaborati in chiave natalizia, lasciando affiorare figure legate ai temi del miracolo, del miraggio e della natività. In «Natale a…Mezzanotte» il circo si conferma come campo di trasformazione iconografica, uno spazio simbolico in cui sacro e vernacolare, onirico e quotidiano convivono senza gerarchie, attraverso la pittura e l’immaginazione.
La mostra presenta il risultato di questa immersione archivistica affiancando le nuove produzioni a una selezione di opere precedenti e a materiali provenienti dall’archivio personale dell’artista: locandine, ritagli di giornale, album, grafiche ritrovate e oggetti che hanno contribuito nel tempo alla costruzione del suo immaginario. Ne emerge un percorso che restituisce la pluralità dei linguaggi praticati da Rikyboy – dalla pittura alla calcografia, dalla ricerca sonora all’editoria indipendente – e la capacità di trasformare la memoria visiva in un dispositivo narrativo aperto.
Altri articoli dell'autore
Arriva in libreria «A Journey into your Inner Self», la monografia che riunisce in un unico volume la ricerca di The Prism. Curato da Marco Senaldi e pubblicato da Electa, il libro documenta opere, metodo e percorso dell’artista nel contesto della scena contemporanea internazionale
La galleria Ronchini presenta nel nuovo spazio di Conduit Street, a Londra, la mostra «Flourish: Gestural Abstractions in Bloom». In esposizione i lavori di Michele Fletcher, Connie Harrison, Shuang Jiang e Shara Mays, accomunate da una ricerca sull’astrazione gestuale e sulla stratificazione pittorica
«Material for a Thousand Stories» è un progetto di arte partecipata ideato da Alice Visentin, curato da Antonio de Martino e promosso da APTITUDEforthearts in collaborazione con Comunità Nuova. L’artista utilizza la tecnica dell’episcopio per trasformare memorie, vissuti ed esperienze educative in immagini proiettate dal vivo. Il percorso coinvolge ospiti, educatori, famiglie e abitanti del territorio in un processo creativo condiviso
Jeffrey Deitch torna protagonista a Miami con un nuovo pop-up nel Design District. Per «That Was Then, This Is Now» (visitabile fino al 2 gennaio 2026) il gallerista sceglie una generazione emergente di artisti, molti legati alla West Coast. Il progetto, curato da American Art Projects, unisce pittura, ceramica, libri e moda, confermando il ruolo di Deitch nella definizione dell’identità culturale del quartiere



