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Maria Gregotti, fondatrice di Casa Gregotti a Milano

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Maria Gregotti, fondatrice di Casa Gregotti a Milano

Nasce Casa Gregotti. Uno spazio d’autore con un programma di mostre (e non solo) internazionale. Intervista a Maria Gregotti

«Casa Gregotti è una private home-gallery pensata per far incontrare su invito collezionisti, gallerie e istituzioni in un luogo che unisce l’intimità domestica all’energia di uno spazio espositivo»

Luca Zuccala

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Cominciamo da dove siamo. Cos’è Casa Gregotti? Come sarà abitata?

Casa Gregotti è una private home-gallery pensata per far incontrare su invito collezionisti, gallerie e istituzioni in un luogo che unisce l’intimità domestica all’energia di uno spazio espositivo.
Qui prendono forma progetti nati e prodotti dalla Casa, insieme a collaborazioni con gallerie italiane e internazionali, tutti pensati per vivere e respirare all’interno di questa casa. L’idea nasce dalla convinzione che un ambiente domestico restituisca alle opere un’atmosfera più autentica e accogliente rispetto alla distanza e alla formalità delle gallerie tradizionali. Casa Gregotti è uno spazio ad accesso su invito o rivolto a un pubblico interessato ad approfondire i nostri servizi: dalle consulenze artistiche agli incontri con gli artisti o professionisti del settore, fino al format Cooking with Art. Trattandosi di un appartamento, lo spazio presenta specificità private, per questo tutti gli appuntamenti verranno sempre comunicati tramite newsletter o Instagram.

Il progetto si ispira a qualche altra “casa” o modello?

Non nasce da un modello preciso, ma dal desiderio di proseguire una tradizione. Nel secolo scorso questo appartamento apparteneva a mio bisnonno, Quinto Gregotti, collezionista instancabile che negli anni Cinquanta, aderì ad A.I.C.A.R.T, uno delle prime associazioni italiane dedicate al collezionismo d’arte contemporanea fondata dall’amico Ettore Gian Ferrari. Da queste stanze sono passati collezionisti, artisti e galleristi, e il mio desiderio è che oggi Casa Gregotti possa tornare a essere un luogo vivo, aperto – su appuntamento – a chi nutre una sincera passione per l’arte.

A proposito di Gregotti, Vittorio ha progettato gli interni dello spazio ma non è tuo nonno…

No, non era mio nonno, ma il cugino di mio nonno Edoardo e nipote di Quinto. Nei primi anni Sessanta fu lui a ideare gli interni di questa casa, pensandola come dimora per un collezionista.

Cosa conserva la casa dell’intervento di Vittorio Gregotti?

L’abitazione conserva alcuni dettagli originali, come i binari in acciaio nelle sale principali, ai quali tramite bacchette venivano appesi i quadri. È un sistema ormai quasi scomparso nelle case dei collezionisti contemporanei, ma che personalmente apprezzo molto: mi piace moltissimo poter utilizzare ancora queste bacchette, perché trovo che abbiano un fascino unico, dal sapore vintage.

Cosa si è appena materializzato sotto questi binari?

Ieri sera, 23 settembre, ha aperto la prima mostra di Casa Gregotti. L’esposizione riunisce e mette in dialogo voci storiche e contemporanee: Matthew Brannon, André Butzer, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Lucio Fontana, Allison Katz, Man Ray, Oliver Osborne, Jorge Pardo, Tai Shani e Alice Visentin. Per dare il via alle collaborazioni con le gallerie ho scelto la Galleria Gió Marconi, con cui ho un legame speciale: è lì che ho fatto la mia prima esperienza lavorativa e che ho iniziato a collezionare, acquistando opere di André Butzer e Nathalie Djurberg & Hans Berg. Per me è una bella opportunità poter proporre ai collezionisti artisti che fanno parte anche della mia collezione personale: un modo per rendere questo progetto più autentico e vicino alla mia esperienza.

E per la prossima?

Per la seconda esposizione, all’inizio del prossimo anno, ho scelto di coinvolgere la critica d’arte Angela Madesani, una figura a cui sono particolarmente legata e che stimo per la sua sensibilità e il suo profondo legame con la cultura. Con lei realizzeremo una mostra a partire da gennaio, dedicata al tema dell’abitare, che vedrà protagonisti: Luca Gilli, Michele Guido, Marco Andrea Magni, Elena Modorati, Luca Pancrazzi, Elisabeth Scherffig.

Hai già progetti per Miart e Salone?

Per quella occasione sto sviluppando insieme all’art advisor Federica Bonacasa un progetto speciale pensato proprio per quelle date. Federica rappresenta una risorsa preziosa per Casa Gregotti: collaborerà con me non solo nei servizi di consulenza dedicati all’arte, ma anche nel dare un respiro internazionale ad alcuni progetti che prenderanno forma nello spazio.

Un breve spoiler per maggio?

A maggio sarà inaugurata una mostra in collaborazione con La Veronica di Modica, che presenterà un progetto di Igor Grubić, artista il cui lavoro è stato esposto in musei internazionali di primo piano, tra cui la Tate. La sua ricerca affronta con forza e poesia temi politici e sociali, offrendo sguardi profondi sulla memoria collettiva e sulle trasformazioni del nostro tempo. Un percorso che riflette l’anima di Casa Gregotti: intima, aperta al dialogo e attenta al presente.

Come si concilia questa anima con le incursioni temporanee nello spazio?

Ho deciso di creare uno spazio che fosse una via di mezzo tra una casa privata e una galleria: arredato con oggetti di design dai toni neutri, perché credo che le opere non debbano essere soffocate, ma avere respiro e al tempo stesso dialogare con il design. Nelle tre sale principali la luce entra diretta dalle finestre, offrendo ariosità ai lavori e rafforzando questo equilibrio. L’idea è quella di vivere l’arte a tutto tondo, in un contesto intimo che permetta un incontro personale e autentico.

Come si struttura il programma espositivo?

Quest’anno realizzeremo quattro mostre: alcune sviluppate in collaborazione con gallerie, altre promosse direttamente da Casa Gregotti. Accanto alle esposizioni, il programma si articola attraverso format paralleli come Salotto Gregotti, dedicato a incontri e conversazioni con artisti e professionisti del settore (il primo appuntamento, a dicembre, sarà con Jacopo Benassi), e Cooking with Art con Ginevra Diana Beretta, che esplora il dialogo tra arti visive e cucina.

Parentesi culinaria. Parola a Ginevra: come svilupperai il progetto Cooking with Art?

Ho studiato architettura ma sono anche un’appassionata di cucina e arte. Sono sempre alla ricerca di nuovi ristoranti e alberghi, lasciandomi ispirare da esperienze sempre diverse. Con Cooking with Art voglio portare questa curiosità dentro Casa Gregotti, intrecciando la mia passione per la gastronomia con il lato artistico che caratterizza questo luogo. Sono in contatto con chef talentuosi, con cui realizzare serate intime per un massimo di otto ospiti, pensate per far dialogare arte e cucina in un’atmosfera raccolta.

Quando il primo piatto in Casa Gregotti?

Il primo appuntamento sarà ad ottobre: un menù che partirà da Kandinsky per arrivare a un omaggio ad Arnaldo Pomodoro. Sarà un po’ come sedersi a tavola con gli artisti… solo che al posto dei pennelli ci saranno forchette e calici di vino.

Chiusa parentesi. Maria, che altre figure hai fatto sedere a tavola di Casa Gregotti?

Oltre a me, fondatrice e direttrice artistica, e Ginevra, ci sono la prima citata Federica Bonacasa, Senior Art Services Consultant, che rafforza i servizi di consulenza e la dimensione internazionale, oltre a curatori ospiti e gallerie partner che di volta in volta contribuiscono ad arricchire il percorso. Aggiungo che per il progetto realizzato con Ginevra, al termine di ogni cena, Ilaria Nerli che si definisce “divoratrice d’arte” scriverà un testo con un taglio letterario e poetico, capace di interpretare i piatti e intrecciarli con l’arte e le emozioni vissute insieme, così da lasciare un ricordo dell’esperienza condivisa.

Ingrediente che si mescola alla tua sintesi curatoriale.

La mia “linea” curatoriale non segue le mode, ma nasce dal mio gusto personale e dalla volontà di esporre  artisti contemporanei che considero significativi, arricchendo il tutto con collaborazioni che restituiscono un respiro istituzionale. Un aspetto futuro che introdurrò sarà mettere in dialogo opere della collezione di famiglia, di artisti italiani di grande qualità oggi poco presenti sul mercato con ricerche contemporanee disponibili all’acquisto, così da creare connessioni nuove tra passato e presente.

Anche tu collezioni?

Sì, sono una collezionista e in realtà lo sono sempre stata. Sono cresciuta in una famiglia in cui tutti collezionavano qualcosa: da bambina passavo le domeniche nei mercatini d’antiquariato e a sei anni collezionavo santini. Oggi, naturalmente, la mia collezione è cambiata.

Ultimo pezzo comprato?

L’ultima opera è un’edizione di Still Life (After Morandi) di Ai Weiwei, realizzata per la mostra “Who Am I” a Palazzo Fava di Bologna, che ho voluto affiancare ad alcune grafiche di bottiglie di Morandi presenti nella collezione di famiglia. Mi diverte molto creare collegamenti tra epoche e linguaggi diversi: è lo stesso approccio che ho seguito quando ho messo in dialogo un’opera di André Butzer del 2022, acquistata da Giò Marconi, con una Composition del 1955 di Georges Mathieu, che ho trovato lo scorso anno da Perrotin a Parigi.

Design?

Sono molto appassionata. Alcuni pezzi che oggi si trovano a Casa Gregotti provengono da aste, altri appartenevano già alla mia famiglia. Recentemente, grazie a un amico di New York, sono entrata in contatto con la galleria Fumi, da cui ho acquistato due Ear Chairs del duo Voukenas Petrides. Mi piacerebbe, tra le cose, sviluppare sempre più questa linea, avvicinandomi al collezionismo di design firmato da artisti contemporanei.

Guardando al futuro e a Milano, come vedi la “tua” Casa tra un anno?

Spero che tra un anno Casa Gregotti possa collaborare con diverse gallerie internazionali interessate ad approcciarsi a Milano, una città che sta diventando sempre più contemporanea: basta pensare al numero crescente di realtà di primo piano che stanno arrivando, come Thaddaeus Ropac che ha appena inaugurato (20 settembre ndr).

E fra cinque anni?

Tra cinque anni mi piacerebbe immaginare la Casa replicata in altre città europee, in case con un’anima simile, così da diffondere questo modo di vivere l’arte “a casa” come una nuova prospettiva sul collezionismo e sulla fruizione dell’arte contemporanea, un luogo dove instaurare relazioni più autentiche e durature tra collezionisti, gallerie e professionisti del settore.

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

MARIA GREGOTTI PH EMANUELE SCILLERI

FEDERICA BONACASA PH EMANUELE SCILLERI

GINEVRA BERETTA PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

CASA GREGOTTI EXHIBITION VIEW PH EMANUELE SCILLERI

Luca Zuccala, 24 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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