Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Morandi l’egiziano

Stefano Luppi

Leggi i suoi articoli

Brigitte March Niedermair, nata a Merano nel 1971, è rimasta folgorata da Giorgio Morandi, soprattutto dalla sua stanza di lavoro conservata nella casa del pittore in via Fondazza, tanto da avere realizzato tra il 2012 e il 2013 una serie di immagini dedicata al suo tavolo di lavoro.

Ora queste foto sono al centro della rassegna «Horizon transition Giorgio Morandi. “Are you still there”», a cura di Gianfranco Maraniello, allestita fino al 3 aprile nello spazio Museo Morandi presso il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.

«Ho desiderato, ha spiegato la Niedermair, guardare con gli occhi di Morandi, provare le sue stesse tensioni emotive, inseguire le sue forme e metterle alla prova utilizzando i medesimi oggetti che usava lui». Ne è nata una esposizione frutto di due indagini diverse svolte in luoghi distanti sia fisicamente che concettualmente. 

Da una parte, appunto, lo studio morandiano di via Fondazza, dall’altro l’area delle piramidi d’Egitto, dove l’artista tra 2011 e 2014 ha realizzato immagini con il banco ottico scattate a Saqquara, Abusir, Dahshur, Meidum, Hawara e El-lahum: le due parti della mostra hanno in comune lo studio dell’orizzonte da parte della Niedermair, l’invisibile spazio mentale che, sia in Egitto sia nell’intimità dello studio del pittore, segna i limiti del visibile in direzione della ricerca spirituale.

Fino al 26 giugno l’area morandiana del MAMbo ospita inoltre la rassegna «Morandi a vent’anni. Dipinti della Collezione Mattioli dal Guggenheim di Venezia», dedicata a quattro opere del maestro bolognese, datate tra il 1913 e il 1915, provenienti dalla collezione Gianni Mattioli di Milano e dal 1997 in deposito a lungo termine presso la Peggy Guggenheim Collection.

Stefano Luppi, 18 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Da Letizia Battaglia a Carla Cerati e Lisetta Carmi, ventiquattro opere di autrici che hanno segnato la storia della fotografia italiana entrano nel patrimonio della Fondazione modenese grazie a 123mila del bando Pac 2025 del MiC. Nel 2026 una mostra 

«Ma è tuttora uno strumento di democrazia», avverte Giovanni Losavio. E fa alcune proposte: «ripristino di efficienza delle Soprintendenze per la tutela e della legalità nell’urbanistica»

Primi passi per il progetto di ParCO-Parma Contemporanea, che prevede il rilancio dell’Ospedale Vecchio. In futuro «arti visive e performance, passando per la musica e il pensiero», spiega Corrado Beldì

Nei Musei civici «Gian Giacomo Galletti» di Domodossola una cinquantina di opere da Picasso a Melotti, da Chagall a Gastone Novelli

Morandi l’egiziano | Stefano Luppi

Morandi l’egiziano | Stefano Luppi