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Maurizio Bertinetti, «Pop (The Chapel) Up»

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Maurizio Bertinetti, «Pop (The Chapel) Up»

Maurizio Bertinetti e la corporation temporanea dell'arte, a Venezia

La galleria Tommaso Calabro espone fino al 21 giugno una selezione di opere dell'artista a confronto con quelle da lui collezionate

Margherita Panaciciu

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Lo spazio veneziano di Tommaso Calabro inaugura un nuovo appuntamento del ciclo «Pop (The Chapel) Up», progetto espositivo che punta l'attenzione sulle voci più acute e irriverenti dell’arte contemporanea. Protagonista di questo episodio è Maurizio Bertinetti (Torino, 1955), artista dalla lunga e affascinante traiettoria, capace di coniugare ironia, cultura visiva e riflessione filosofica. Nel cuore della città lagunare, Bertinetti presenta un corpus di opere che rappresentano una vera e propria «archeologia del presente». La sua ricerca affonda nelle esperienze delle avanguardie storiche e della cultura pop, per poi riconfigurarsi in una «anti-grammatica» visiva che smonta simboli e linguaggi della quotidianità contemporanea.

Bertinetti si muove con libertà tra i ruoli di artista, collezionista, curatore e mediatore. Il suo progetto «Bertinetti & Co». si configura come una sorta di «corporation temporanea dell'arte», in cui le opere collezionate dialogano con la sua produzione personale, in un sistema relazionale che rilegge la pratica artistica come atto situazionista e dissacrante. Come un Jan Fabre che danza sulle lapidi dei propri maestri, Bertinetti celebra e dissacra insieme i miti dell’arte e della società dei consumi, giocando con brand, oggetti kitsch, icone culturali e frammenti visivi. Il risultato è una sintassi volutamente frammentata, che rende il suo lavoro un affascinante rebus visivo ed esistenziale.

Formatosi nell’ambiente colto della Torino degli anni ’70, Bertinetti è entrato presto in contatto con figure come Lucio Fontana, Man Ray, Sol Lewitt e Andy Warhol. Il suo debutto ufficiale avviene nel 1978 accanto a Michelangelo Pistoletto, e nel tempo raccoglie l’attenzione di artisti come Giulio Paolini, Mario Merz, Alighiero Boetti e Luciano Fabro. Le sue opere sono state esposte in importanti istituzioni italiane e internazionali, dal Palazzo delle Esposizioni di Roma alla Reggia di Caserta, fino alle fiere di Basilea e ai musei di Gent, Toronto, Barcellona e Madrid.

La mostra a Venezia non è solo un’esposizione, ma un invito a riflettere sulla natura mutevole dell’arte e sul suo ruolo in un mondo sempre più frammentato. Tra ironia e profondità, ordine e caos, Bertinetti offre una visione lucida e disillusa del nostro tempo. Un viaggio visivo che lascia spazio al dubbio, e forse proprio per questo necessario.

Maurizio Bertinetti, «Pop (The Chapel) Up»

Maurizio Bertinetti, «Pop (The Chapel) Up»

Margherita Panaciciu, 20 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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