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Arabella Cifani
Leggi i suoi articoliAlessandro Cecchi si propone di fare il punto sul ristretto catalogo di Masaccio, dopo gli studi e i convegni fin qui condotti, debitamente ricordati e citati. Adotta un criterio restrittivo delle attribuzioni al pittore toscano che morì ad appena 27 anni nel 1428, «nel bel del fiorire», come scrive Giorgio Vasari. E così alcune opere appaiono oggi di difficile, se non impossibile attribuzione al grande maestro: come la «Madonna dell’Umiltà» di Washington e tutta una serie di ritratti, che versano in precario stato di conservazione, a Boston, Washington, Chambéry e Newark.
Cecchi, specialista di Masaccio, si propone inoltre di mettere in luce i committenti di Masaccio e Masolino che, nel bene e nel male, ebbero una loro precisa funzione condizionando a volte il prodotto finale dei due artisti. Viene pertanto evidenziata la potente famiglia Carnesecchi probabile committente del «Trittico di San Giovenale» di Masaccio, e poi di seguito: la figura del tessitore di stoffe preziose Nofri del Brutto attraverso il quale Masolino e Masaccio giunsero al mercante Felice di Michele Brancacci più che probabile committente della Cappella al Carmine; e ancora i Carmelitani di Firenze che probabilmente segnalarono Masaccio al ricco notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi per il Polittico di Pisa; il maestro del murare Berto di Bartolomeo e il cardinale senese Antonio Casini committente della piccola «Madonna del solletico» di Masaccio oggi agli Uffizi.
Masaccio
di Alessandro Cecchi
364 pp., ill. col e b/n
24 Ore Cultura, Milano 2016
€ 99,00
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