Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Melania Lunazzi
Leggi i suoi articoliÈ stato portato quasi completamente alla luce al largo di Santa Maria del Focallo, nel comune di Ispica, località del litorale ragusano, il relitto di un’imbarcazione greca databile tra VI e V secolo a.C. che giace a sei metri di profondità. Un tassello importante e significativo che va ad arricchire la storia del Mediterraneo e delle genti che lo navigarono nei secoli.
Segnalata nel 2024 da un pescatore locale, Antonino Giunta, che aveva già avvistato importanti relitti lungo la costa, la nave è stata scavata, durante la seconda campagna di studio appena terminata, nella sua struttura corredata dell’albero (che raramente si salva), di ceramiche a figure nere, di un piccolo unguentario con incisa in lingua greca la parola «Nau» (nave) e di un pezzo di cima utilizzata a bordo, in eccezionale stato di conservazione. «La nuova campagna ha permesso, grazie all’utilizzo di una sorbona ad acqua, di avanzare di circa due metri con la trincea di scavo che è stata anche allargata fino al totale esaurimento del deposito archeologico. Ciò ha consentito di individuare altre parti dell’ossatura della nave, fra cui il paramezzale e una delle sue due ruote, ossia l’elemento curvo che lo prolunga verso l’alto», viene precisato nel comunicato stampa.
La missione archeologica subacquea effettuata nelle ultime settimane, che ha permesso anche di effettuare rilievi diretti e fotogrammetrici per l’elaborazione di un modello tridimensionale della nave, rientra nel «Kaukana project», l’articolato progetto nato nel 2017 condotto dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine e dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia che mira alla «ricostruzione diacronica del paesaggio sommerso e costiero» della provincia di Ragusa. Un tratto di costa lungo circa 70 chilometri tra le antiche città di Ispica, Kaukana e Kamarina, ricco di testimonianze storico-archeologiche: «Un’area da sempre pericolosa per la navigazione», ci riferisce Massimo Capulli dell’ateneo udinese, coordinatore delle operazioni a mare con Fabrizio Sgroi della Soprintendenza del Mare siciliana; Capulli è anche coordinatore del progetto nonché ideatore dello stesso assieme all’archeologo ed ex soprintendente Sebastiano Tusa (scomparso nel 2019).
L’importante acquisizione entrerà nel progetto cinematografico «Shipwreck of Sicily» della Sunk Costs Productions e della Sikelia Productions del regista americano di origini siciliane Martin Scorsese. Le due case di produzione hanno sponsorizzato con un finanziamento la missione ai fini della realizzazione di un docufilm compiendo riprese subacquee come già per altri reperti sommersi: i relitti Marausa II, delle Colonne di Taormina, Gela II e quelli di Ustica.

Operazione di documentazione video subacquea. Photo: Massimo Capulli

Frammento di cima individuata in prossimità dell’albero della nave. Photo: Massimo Capulli
Altri articoli dell'autore
La rassegna cinematografica torna nella cornice della città di fondazione romana dal 29 luglio al 5 agosto con un ricco programma a cui prenderanno parte anche Francesca Cenerini, Luca Peyronel, Jacopo Tabolli e Corrado Augias
Al Museo Archeologico Nazionale sono state riallestite le sale del pianterreno dedicate alla città di Forum Iulii
Nel Museo d’arte moderna e contemporanea arrivano tre frammenti di Pellegrino da San Daniele, un doppio disegno di Odorico Politi e due piccoli dipinti di Alessandro Filipponi
Novità dal fronte dei musei archeologici nazionali del Friuli-Venezia Giulia