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Melania Lunazzi
Leggi i suoi articoliDa venerdì 20 giugno il Museo Archeologico Nazionale di Cividale presenta il nuovo allestimento del pianoterra (Forum Iulii, la città invisibile), un racconto innovativo e spettacolare interamente dedicato all’età romana di Cividale, nata come Forum Iulii e fondata come emporio commerciale nel 50 a.C. Dopo due anni di lavori che hanno interessato anche la facciata del Palazzo dei Provveditori Veneti, e dopo la movimentazione all’interno di circa 28 tonnellate di materiali lapidei per un completo restyling, le sale rinnovate, inclusi accoglienza, biglietteria e bagni senza distinzioni di genere, senza barriere architettoniche e per ipovedenti, sono articolate in tre temi: «La città invisibile», così denominata perché la città di epoca romana fu completamente disgregata nella sua monumentalità, nel palinsesto delle ricostruzioni successive; «La città dei morti», che si focalizza su mortalità e immortalità, culti e riti ad esse collegati, grazie ai tanti ritrovamenti avvenuti nelle necropoli romane scavate a Cividale nei decenni; e infine «Il potere», con l’esposizione dei Bronzi di «Iulium Carnicum», l’odierna Zuglio, avamposto tra le Alpi Carniche sulla via per il Norico, bronzi trasportati già nel 1818 nel Museo cividalese appena fondato (1817) sotto l’Impero asburgico con una visione museologica che ne evitò la dispersione. È stato integrato ora un tassello importante che mancava nel Museo, quello della storia romana, di cui era necessario raccontare lo svolgimento connesso all’importanza di Forum Iulii (Cividale) come collegamento del traffico verso il danubiano e verso il Norico.
Il riallestimento museale, integrato con materiali inediti, è stato possibile grazie ai fondi del MiC ed è una prima tappa nel processo di completo rinnovamento dell’intero museo, che nei prossimi mesi, grazie a fondi dello stesso Ministero e del Pnrr, modificherà anche l’esposizione della collezione di età longobarda e di epoca patriarcale (dall’VIII secolo in poi), la presentazione dei sotterranei e le aree esterne.
«Un rinnovamento necessario per stare al passo con i tempi, ha spiegato la direttrice Angela Borzacconi, e nel quale la parte romana aveva diritto e responsabilità di esprimersi, nonostante l’identità storica di Cividale rimanga fortemente e giustamente legata ai Longobardi». L’ultimo allestimento risaliva al 1990 ed era affidato solo al Lapidario, ora completamente ridistribuito. Nella nuova veste espositiva si gode di un impiego diffuso della locale pietra piasentina, di un’illuminotecnica scenografica e di foto d’epoca a tutta parete per mostrare, specularmente agli oggetti, il parallelo lavoro degli scavi e di ricerca nell’evoluzione del museo stesso: «Un allestimento onirico che vuole stimolare l’immaginazione del visitatore, ha aggiunto Borzacconi, e il grande senso di appartenenza nella cittadinanza, che nel 1976 si mobilitò per impedire che la sua sede venisse trasferita a Trieste».

Una veduta del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli (Ud). Photo: Roberto Mancuso
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