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Marcia Marcus, Self-portrait, 1979

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Marcia Marcus, Self-portrait, 1979

Marcus, Neel, Sleigh: tre pittrici insieme da Lévy Gorvy Dayan

Attive tra gli anni '60, '70 e '80 a New York, le artiste figurative si ritrovano in città per una mostra che ne celebra i temi e il legame reciproco

Una vecchia massima del mondo dell'arte dice «Dipingi ciò che senti. Dipingi ciò che vedi. Dipingi ciò che è reale per te». Un consiglio seguito da tre artiste che negli anni '60, '70 e '80 hanno vissuto gli stessi luoghi, quelli di New York, e intercettato le stesse istanze sociali e creative. Si tratta di Marcia Marcus (1928-2025), Alice Neel (1900-1984) e Sylvia Sleigh (1916-2010), una cui selezione di opere è ora esposta da Lévy Gorvy Dayan, ovviamente nella Grande Mela, che ancora oggi alimenta e ridonda le esperienze vissute e condivise dalle autrici.

A partire dalla scelta di non seguire le correnti prevalenti dell'epoca, come Espressionismo Astratto, Pop e Minimalismo, ma di optare per una sera figurativa, ma personalissima, della realtà che le circondava. E soprattutto, delle persone che le circondavano. Così nei rispettivi lavori non è raro trovare gli stessi soggetti, come i colleghi e critici David Bourdon, Sari Dienes, Red Grooms e Mimi Gross, e John Perreault, oppure gli scrittori Lucy Lippard, Cindy Nemser, Linda Nochlin, Barbara Rose, Marcia Tucker e il marito di Sleigh, Lawrence Alloway. Raffigurarli era un modo per capire e interpretare il mondo attorno a sé. Uno scenario, dunque, in cui non potevano mancare un'intensa serie di autoritratti.

Opere che oggi ritroviamo nella mostra da Lévy Gorvy Dayan, che mette altresì in evidenza il ruolo che le tre artiste hanno avuto, in ambito politico e artistico, nella promozione ed emancipazione delle donne nella società del tempo. A modo loro, tutte hanno sostenuto la causa femminista, soprattutto promuovendo esposizioni dedicate ad artiste, come accaduto alla AIR Gallery e alla Soho 20 Gallery, sostenendo pubblicazioni e organizzazioni come il Women's Interart Center e il Women's Caucus for Art, partecipando a tavole rotonde e manifestazioni.

Un lascito che oggi Lévy Gorvy Dayan raccoglie e rilancia affiancando alle loro opere quelle di pittrici contemporanee come Jenna Gribbon, Karolina Jabłońska, Chantal Joffe, Nikki Maloof, Wangari Mathenge e Claire Tabouret. Autrici che dalle colleghe novecentesche hanno ereditato una poetica legata alla sfera degli affetti, della famiglia, della casa. Soggetti che riecheggiano nel titolo dell'esposizione, «The Human Situation», e si traducono in dipinti incentrati sui temi della femminilità, del nudo, della natura morta e di tutto ciò che compone l'universo quotidiano di ciascuno di noi.

Ad aggiungere un ulteriore strato di significati all'appuntamento sono i precedenti espositivi in cui le tre pittrici si sono già ritrovate nel corso degli anni. Il riferimento è a «Women Choose Women», organizzata da Women in the Arts e presentata al New York Cultural Center nel 1973. Poi avrebbero esposto di nuovo insieme negli anni successivi, in particolare in «Women's Work: American Art 1974», al Philadelphia Civic Center e «In Her Own Image», al Philadelphia Museum of Art, così come in «Sons and Others: Women Artists See Men», al Queens Museum (1975). Una lista parziale che ancora oggi è in pieno aggiornamento.

Alice Neel, Pregnant Nude, 1967

Sylvia Sleigh, The Blue Dress, 1970

Riccardo Deni, 08 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Marcus, Neel, Sleigh: tre pittrici insieme da Lévy Gorvy Dayan | Riccardo Deni

Marcus, Neel, Sleigh: tre pittrici insieme da Lévy Gorvy Dayan | Riccardo Deni