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Mai stata una fiera così in Usa

Sarah P. Hanson

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Tefaf ha fatto con molto anticipo il suo debutto newyorkese il mese scorso (22-26 ottobre), richiamando circa 6.500 visitatori durante il suo weekend inaugurale. Gli scuri interni dell’Armory di Park Avenue sono stati trasformati per la European Fine Art Fair con una sorta di velari, una moquette chiara e tende a cascate floreali del designer olandese Tom Postma. La fiera, annunciata a febbraio, è stata fusa alla precedente Spring Masters, per presentare in ottobre oggetti antecedenti al 1920 e in maggio arte moderna, contemporanea e design, rimpiazzando di fatto il precedente International Fine Art e Antique Dealers Show. Lewis Smith della galleria Koopman Rare Art di Londra, che ha portato pezzi in argento del XIX secolo di Paul Storr, dice «non sono mancate le tensioni ma è stato un successo», aggiungendo «tutto questo migliorerà di anno in anno».

«È un altro livello», dice Boris Vervoordt della Axel Vervoordt Gallery. Riferendosi alle precedenti fiere dell’Armory, «erano diventate un po’ stantie e noiose». Tra i tesori in offerta la galleria aveva un grande arazzo Fontainebleau del XVI secolo, al prezzo di 380mila euro. Accanto, dalla parigina Christophe de Quénetain, per la prima volta a New York, uno stipo di Franz Zeller (1750-60 ca) con intarsi in madreperla e una provenienza Rothschild dal prezzo intorno ai 2,75 milioni di dollari ha riscosso molta ammirazione.

Edmondo di Robilant, di Robilant+Voena, ha venduto quattro dipinti italiani, tra cui «Veduta della Darsena di Napoli» (1700) di Vanvitelli per 1,8 milioni di euro a un collezionista europeo, e un «San Giovanni Battista» (1610 ca), di Bartolomeo Manfredi, a un collezionista asiatico per 2,5 milioni di dollari. «Siamo certamente soddisfatti dei risultati, dopo alcune deludenti partecipazioni a varie fiere in Europa», ha dichiarato. Alla fiera partecipavano anche la galleria torinese Benappi, un altro torinese (ma attivo a Londra), Luca Burzio, che ha in trattative con un’istituzione americana un cassettone di Pietro Piffetti, Alessandra Di Castro, che ha venduto due esemplari di tabouret romani del Settecento in legno intagliato e dorato, suo fratello Alberto Di Castro ha presentato una stupefacente offerta di opere di Valadier, Moretti Fine Art, Carlo Orsi e Carlo Virgilio (che ha ceduto un inedito dipinto di Salvator Rosa, «San Paolo primo eremita»).

Alla fine del weekend di apertura, Rupert Wace Ancient Art di Londra ha venduto un toro ellenistico in bronzo a un collezionista di New York per circa 300mila dollari e un pannello ligneo con geroglifici egizi per circa 100mila dollari a un collezionista californiano. Molti mercanti dicono che New York chiedeva da tempo arte e antichità di livello museale: «La qualità complessiva dei mercanti è l’elemento che distingue questa rassegna da tutti i precedenti eventi», dice Smith di Koopman, che ha esposto in varie fiere newyorkesi per 35 anni. «Non la si può paragonare a nessun’altra fiera in America».

Sarah P. Hanson, 07 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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