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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliIl Monumento funebre di Bernardo Giugni (1466) nella Badia Fiorentina, opera di Mino da Fiesole, è stato restaurato da Andrea Vigna (della ditta Habilis) con il controllo della Soprintendenza e il contributo dei Friends of Florence tramite il dono di Catharin Dalpino.
L’opera risale agli anni successivi al rientro a Firenze di Mino, dopo i soggiorni a Roma e a Napoli. La struttura è quella dei monumenti di Desiderio da Settignano e di Antonio Rossellino, a fianco dei quali Mino era stato probabile discepolo nella bottega di Bernardo Rossellino, ma si ritrovano i caratteri peculiari del suo stile in una certa asprezza nella resa delle pieghe acute dei panneggi e nella sottile penetrazione psicologica del volto, lucidato per una resa più naturale dell’incarnato.
All’origine il monumento doveva apparire più sfarzoso, come rivelano le tracce di dorature a foglia e piccoli residui di pigmenti. Lo smontaggio e il rimontaggio subiti nel corso dei lavori di trasformazione della Badia tra 1627 e il 1631 ad opera dell’architetto Matteo Segaloni aveva comportato fratture dei blocchi e perdite di materia originale ed erano visibili le riadesioni tramite una sostanza resinosa giallo-arancio e le stuccature presenti tra le giunture dei blocchi. Molti anche i graffi provocati da spazzole metalliche.
L’intervento, che ha liberato l’opera dalla spessa coltre di depositi atmosferici, nero fumo e cera di candele, ma anche dall’applicazione disomogenea di cere, si è svolto in modo molto graduale per mantenere un giusto equilibrio tra i vari blocchi. Velature ad acquerello sono state necessarie per attenuare le discordanze nei marmi.

Il Monumento funebre a Bernardo Giugni prima e dopo il restauro
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