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Ai sensi dell’art. 10, c.1 del Dlgs. 42/2004, i settant’anni del Secondo anello prevedono l’apposizione di un vincolo per i beni di proprietà pubblica che presentino interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, complicando ulteriormente le sorti di San Siro
- Francesca Pulitanò
- 06 giugno 2025
- 00’minuti di lettura

Una veduta aerea dello Stadio Meazza a Milano
L’interesse culturale dietro lo Stadio Meazza
Ai sensi dell’art. 10, c.1 del Dlgs. 42/2004, i settant’anni del Secondo anello prevedono l’apposizione di un vincolo per i beni di proprietà pubblica che presentino interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, complicando ulteriormente le sorti di San Siro
- Francesca Pulitanò
- 06 giugno 2025
- 00’minuti di lettura
Francesca Pulitanò
Leggi i suoi articoliA che punto siamo con la riqualificazione dello Stadio Meazza a Milano? All’interno del dibattito sulle possibili opzioni di intervento, nel 2023 era addirittura emerso il dubbio che il Secondo anello, avviandosi a compiere nell’ottobre del 2025 il settantesimo anno di esistenza, potesse rivestire un interesse culturale ai sensi dell’art. 10, c.1 del Dlgs. 42/2004, il quale prevede l’apposizione automatica di un vincolo per i beni di proprietà pubblica che presentino interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Un grosso ostacolo, di fatto, per la demolizione, che dovrebbe restare vietata almeno fino all’esito di una verifica specifica.
Per questo, nello stesso 2023 il Comune di Milano aveva richiesto alla Soprintendenza un parere esplorativo, sia sulla rilevanza architettonica del Secondo anello, sia sulla presunta natura di archivio esposto della parte del settore ovest dove si trovano affisse le targhe dei successi di Inter e Milan. La pronuncia, affermativa, era stata impugnata dal Comune davanti al Tar, ma l’iniziativa si era conclusa con una sentenza di inammissibilità per la prima questione, di difetto di giurisdizione per la seconda: in sostanza, un rinvio del problema. Pochi mesi fa la Soprintendenza aveva incoraggiato l’acquisto dello stadio da parte dei due club, con l’idea che il passaggio dell’impianto alla proprietà privata potesse evitare l’automatica operatività del vincolo culturale.
In questa direzione si sono orientati gli ultimi sviluppi della vicenda. Nel mese di marzo 2025, dopo la quantificazione da parte dell’Agenzia delle entrate del valore di San Siro in 197 milioni di euro, la presentazione di una proposta di fattibilità da parte di Inter e Milan ha messo in moto l’iter amministrativo del Comune di Milano. Resta il fatto che San Siro è «La Scala del calcio», «La Cattedrale», «L’astronave atterrata nella periferia milanese», come scrisse una volta il «Times». In virtù di questo alto valore simbolico, potrebbe sorgere il dubbio che, se anche il Meazza fosse acquisito dai club, si potrebbe applicare un’altra disposizione della stessa legge del 2004, cioè quella (art. 10, c. 3) che permette di vincolare, con apposita procedura, i beni, anche privati, che presentino un interesse particolarmente importante quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose. Esito assai più improbabile, certo, anche a causa delle implicazioni politiche dell’operazione, ma non impossibile se a essere interpellato sul punto fosse il sentire dei cittadini milanesi. In ogni caso, la soluzione della vicenda non sembra vicina: anche se il bando volto a esplorare ulteriori manifestazioni di interesse all’acquisto dell’impianto è andato deserto, il comitato Sì Meazza, contrario alla demolizione, ha presentato ai primi di maggio 2025 un esposto alla Corte dei Conti, segnalando un possibile danno erariale e portando testimonianze che dimostrerebbero che i settant’anni del Secondo anello sarebbero già scaduti nel 2024. Il vincolo culturale sarebbe, insomma, attualmente operante. In tempi molto rapidi si dovranno prendere decisioni definitive, mentre cresce l’attesa di sapere se all’inaugurazione di Milano-Cortina 2026 lo stadio sarà ancora al suo posto.