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«Fanciulla che soffia sul braciere» (1646-48), di Georges de La Tour (particolare). Venduto da Lempertz per 4,3 milioni di euro, nel 2020. Cortesia Lempertz

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«Fanciulla che soffia sul braciere» (1646-48), di Georges de La Tour (particolare). Venduto da Lempertz per 4,3 milioni di euro, nel 2020. Cortesia Lempertz

Lempertz, una storia familiare da sei generazioni

Intervista all’amministratrice delegata Isabel Apiarius-Hanstein su passato, presente e futuro della casa d’aste tedesca

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Elena Correggia

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Lempertz è la più antica casa d’aste al mondo di proprietà di una famiglia e la sua storia ebbe inizio alla fine del Settecento, quando Johann Matthias Heberle fondò una libreria antiquaria che allestiva aste di libri rari e antichi a Colonia. Alla morte del fondatore, nel 1840, il suo impiegato di appena 24 anni, Heinrich Lempertz, rilevò l’azienda. Nel 1844 si tenne la prima asta a Bonn, anche se con l’acquisto della società da parte di Peter Hanstein, nel 1875, l’attività fu portata gradualmente a Colonia e si estese dai dipinti degli antichi maestri alle arti decorative. La sua reputazione crebbe e nel 1908 fu la prima casa d’aste europea a organizzare incanti di arte asiatica. Oggi oltre al suo quartier generale di Colonia possiede filiali a Berlino, Monaco e Bruxelles e allestisce una trentina di aste all’anno che comprendono anche arte moderna e contemporanea, gioielli, fotografia, arte africana e dell’Oceania. Al timone dell’azienda c’è una nuova generazione, rappresentata da Isabel Apiarius-Hanstein (1988), che in qualità di amministratrice delegata racconta a «Il Giornale dell’Arte» le peculiarità dell’attività di famiglia e i progetti per il futuro.

Lempertz vanta un percorso lungo e illustre. Potrebbe indicarmi le tappe fondamentali della sua storia?
La nostra storia risale al 1798, quindi ci sono diverse pietre miliari in questo percorso. Ciò che ho trovato ancora più interessante è il nostro approccio imprenditoriale nell’accostarci a nuovi campi di attività. Lempertz è stata la prima casa d’aste tedesca a proporre aste di arte contemporanea e fotografia, ad esempio. Questo è un successo che continua ancora oggi.

Quali sono i comparti che hanno contribuito maggiormente al fatturato globale di Lempertz, che nel 2023 è stato pari a 62,5 milioni di euro? Inoltre, quale dipartimento è cresciuto di più nel 2023?

La nostra vendita serale di arte contemporanea e moderna è la più grande in termini di fatturato, tuttavia il nostro dipartimento di antichi maestri è sostanziale e siamo leader di mercato in questo settore in Germania.
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Da dove provengono principalmente i collezionisti di Lempertz? Qual è la percentuale di collezionisti stranieri?

Siamo un’azienda veramente internazionale, non solo con filiali ma anche con aste all’estero, come la nostra vendita di arte africana e oceanica a Bruxelles. Almeno il 50% dei nostri clienti è internazionale e per me questo è il bello dell’attività. È sempre stimolante avere a che fare con così tante persone provenienti non solo da contesti culturali diversi, ma anche da regioni diverse.

Qual è l’opera d’arte più importante che avete messo all’asta o a cui siete particolarmente legati?

Durante il primo trimestre della pandemia, abbiamo venduto un bellissimo dipinto di Georges de la Tour per 4,3 milioni di euro. È stato un momento molto importante per me e, date le circostanze, sicuramente molto speciale. Il dipinto è ora esposto al Louvre di Abu Dhabi ed è sempre un piacere trovare quadri così significativi che passano da noi proseguendo verso musei pubblici.

È piuttosto raro che una casa d’aste tedesca operi a livello internazionale, tenendo aste anche all’estero. Invece Lempertz lo fa. Mi può dire tre caratteristiche che vi distinguono dalle altre case d’asta?

Siamo di proprietà della famiglia da 6 generazioni. Pertanto, possiamo contare su un’esperienza generazionale. Inoltre, i nostri esperti d’arte sono altamente qualificati e appassionati d’arte. In terzo luogo, siamo rapidi nel prendere decisioni e sempre aperti a sperimentare nuove strade.

Qual è il ruolo dell’Italia nella strategia di Lempertz?

Il collezionismo d’arte in Italia ha sempre avuto una grande importanza. Abbiamo anche avuto l’onore e il piacere di collaborare negli anni con istituzioni italiane per l’acquisizione e la vendita di opere importanti. Uno dei nostri obiettivi è continuare a rafforzare queste collaborazioni per creare un rapporto sempre più stretto. In effetti il mercato in Italia si estende anche alle istituzioni, arricchendo il patrimonio artistico. Ad esempio, le «Storie di Sant’Eustachio» del Maestro di Campo di Giove sono state vendute al Museo Nazionale d’Abruzzo, mentre il Crocifisso del Maestro di San Pantalon è stato donato dalla nostra proprietà al Vaticano e successivamente restituito alla Chiesa di San Pantalon da dove era scomparso nel 1935.
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Quando è stata nominata amministratore delegato dell’azienda? Quali nuove strategie ha già introdotto e quali sono i suoi piani per il 2024?
Ho un ruolo attivo nell’azienda dal 2015, prima di allora ero solo azionista. Ma c’è qualcosa di speciale nelle aziende a conduzione familiare: si può dire che sono letteralmente cresciuta con Lempertz, dove ho trascorso così tanto tempo durante l’infanzia che è difficile definire un momento preciso. Quando ho iniziato, nel 2015, mi sono concentrata sul mio settore di competenza, l’arte contemporanea, ma con il passare del tempo ho lavorato a stretto contatto con mio padre, senza definirla un’attività direzionale. Dal 2019 gestisco l’azienda insieme a mio padre e mi occupo sempre di più del suo settore. Mi piace molto lavorare con lui come una vera squadra.

Lei è una giovane donna a capo di una casa d’aste, cosa ancora
non comune. Pensa che qualcosa stia finalmente cambiando in questo settore? Per esempio, ci sono più donne collezioniste rispetto al passato oppure no?
Il fatto che io sia ancora una delle poche parla da sé. Pertanto, penso che siano troppo poche e spero che in futuro ce ne siano di più. La consapevolezza delle donne in questo campo è migliorata. Anche l’interesse generale per l’arte e per la donna nell’arte è aumentato. Questo è un passo importante per il cambiamento.

Elena Correggia, 17 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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