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Gruppo di vasi in vetro massiccio con sommersione in vetro colorato (metà anni '60-'80) di Antonio Da Ros. Foto ©Hugard&Vanoverschelde

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Gruppo di vasi in vetro massiccio con sommersione in vetro colorato (metà anni '60-'80) di Antonio Da Ros. Foto ©Hugard&Vanoverschelde

Le sculture in vetro di Da Ros

Una quarantina di pezzi dagli anni Sessanta agli Ottanta compongono la personale dell’artista veneziano curata da Cristina Beltrami alla Modesti Perdriolle Gallery

Carla Cerutti

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La mostra «Antonio Da Ros. Suspended colors», allestita alla Modesti Perdriolle Gallery di Bruxelles dal 27 gennaio al 23 marzo, a cura di Cristina Beltrami, presenta una quarantina di pezzi appartenenti agli anni’60, ’70 e ’80 ovvero alla stagione più felice di Da Ros (Venezia, 1936-2018), maestro tra i più significativi del vetro muranese moderno.

Entrato nel 1959, a soli diciassette anni, in contatto con la Gino Cenedese & C, Da Ros ha qui modo di sviluppare la tecnica del «sommerso», un procedimento complesso che imprigiona nella massa del vetro cristallo strati di vetro colorato. Da Ros riesce ad accostare o sovrapporre falde cromatiche con un controllo tecnico totale, sospendendo letteralmente il colore nella materia di vasi dalle forme essenzialmente geometriche: così facendo trasforma un oggetto decorativo in scultura.

Opere, di fatto, concettuali, i vetri di Da Ros sono in pieno dialogo con il linguaggio dell’arte coeva: sono sculture calate in quella Venezia animata da mostre internazionali come la Biennale, alla quale partecipa sovente, e dalla presenza di cenacoli culturali, in primis quello di Peggy Guggenheim che spingeva gli artisti locali verso soluzioni astratte.

La scelta nel 1964 di titolare una serie «Asteriode» è quanto mai indicativa della sua fascinazione per quella cultura artistica animata a Venezia dalla presenza di un gallerista d’avanguardia come Carlo Cardazzo. La tecnica del sommerso viene applicata da Da Ros anche nella realizzazione di animali, molto stilizzati, come pesci, elefanti, mammoth, uccelli d’acqua o i gatti «Moonlight», cui la mostra darà brevemente conto in quanto aspetto da non trascurare.

L’esposizione, dunque, prima personale del maestro muranese all’estero, ha principalmente due scopi: il primo rendere noto al pubblico belga questo straordinario designer del vetro, che vanta la presenza di alcuni suoi lavori al Musées royaux des Beaux Arts di Bruxelles, e inoltre calarne la produzione in un più ampio panorama che tenga conto di tutte le suggestioni e i riferimenti ai quali Da Ros poteva attingere.

A completamento di questa meritoria rivalutazione, verrà pubblicato un poderoso volume su Antonio Da Ros (5continents, 2024), sempre a cura di Cristina Beltrami che l’8 febbraio terrà presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles una conferenza su Da Ros e la Cenedese e sul marcato interesse del collezionismo belga per il vetro veneziano.

Gruppo di vasi in vetro massiccio con sommersione in vetro colorato (metà anni '60-'80) di Antonio Da Ros. Foto ©Hugard&Vanoverschelde

Gruppo di tre vasi in vetro massiccio di cristallo con sommersione di vetro ametista (metà anni ’60) di Antonio Da Ros per la Vetreria Gino Cenedese. Foto©Hugard&Vanoverschelde

Carla Cerutti, 25 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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Le sculture in vetro di Da Ros | Carla Cerutti

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