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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Il Musée Cernuschi, il museo delle arti asiatiche della Città di Parigi, riapre le porte il 4 marzo, dopo circa nove mesi di lavori, con un nuovo percorso di visita permanente e un nuovo allestimento, firmato dall’Atelier Maciej Fiszer. Gli spazi espositivi ripensati e più ampi permettono al museo di esporre più opere di prima, molte delle quali, più di 400, ancora mai esposte: in particolare, le ceramiche archeologiche del Vietnam restaurate grazie a una campagna di raccolta fondi online. Il nuovo percorso, cronologico, è «un invito al viaggio», precisa il museo.
Tra le opere più interessanti, il vaso di bronzo di epoca Shang, XI secolo, detto «La Tigresse», una statua di un Buddha «Bodhisattva» della dinastia Ming, in bronzo dorato, e la statua di legno laccato di una tigre con occhi d’ambra detta «Tora» (XVIII-XIX secolo). Non c’è solo arte della Cina. Sono presenti anche focus su Corea, Giappone e Vietnam.
Nella nuova «sala delle pitture» sono presentate una cinquantina di opere grafiche della collezione del museo, come pitture su carta e su seta, ma anche ventagli e paraventi, oggetti raramente esposti perché molto fragili. Saranno presentati a rotazione al ritmo di quattro mostre all’anno. In apertura di percorso, un focus è dedicato a Henri Cernuschi (1821-96), il patriota italiano che prima partecipò alle Cinque giornate di Milano del 1848 e poi divenne banchiere di successo a Parigi, dove si trasferì nel 1852.
Tra il 1871 e il 1873, Cernuschi viaggiò in Asia e vi iniziò la collezione. Alla morte lasciò tutto in eredità alla Città di Parigi, compresa la dimora ai bordi del Parc Monceau, che nel 1898 fu trasformata in museo. Dopo la Maison de Balzac o il Musée d’art moderne de la Ville de Paris, il Cernuschi è un altro dei musei municipali di Parigi che ora riapre dopo lavori, nell’ambito di una vasta campagna di ristrutturazione lanciata dalla Città nel 2015 (attese in primavera le riaperture del Musée Carnavalet e del Palais Galliera).
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