Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Franco Fanelli
Leggi i suoi articoliLa pittura non è lingua morta, come del resto non lo è neanche la scultura, nonostante la sentenza, tanto tragica quanto provocatoria, emessa a proposito di quest’ultima da Arturo Martini nel 1944. Due generazioni di pittori sono protagoniste di altrettante pubblicazioni promosse da due fondazioni, la VAF e Intesa Sanpaolo.
Andrea Facco, veronese classe 1973, dipinge «dipingendo pittura», a partire dagli iperrealistici quadri in bianco e nero che riproducono fotografie degli oggetti utilizzati da Giorgio Morandi per proseguire con riproduzioni delle copertine di monografie di celebri colleghi, senza escludere omaggi alla Street art e al mito dell’autografia, riproducendo le firme di Monet, Manet, Mondrian o Caravaggio. La tautologia, strategia cara all’arte concettuale, si esprime qui con tele, colori e pennelli, ciò che il Concettualismo pareva aver messo al bando.
Cinque artisti nati tra gli anni Ottanta e Novanta (Paola Angelini, Sabrina Casadei, Rudy Cremonini, Diego Gualandris e Giuseppe Mulas) sono invece riuniti da Luca Beatrice sotto alcuni comuni denominatori: oltre al fatto di essere tutti pittori, li unisce la non appartenenza a tendenze o correnti, un individualismo che non esclude la reciproca collaborazione. «Surfano tra gli stili», spiega il critico torinese: guardando al passato senza citazionismi di sorta, non rinunciano a scandagli intimisti e pensano che i generi classici, dalla natura morta (neomorandiana) al paesaggio (tradotto in astrazione) abbiano ancora molto da offrire.
Andrea Facco. Elogio della pittura, a cura di Daniela Ferrari,
con saggi di L. Beatrice, A. Masi, P. Weiermair e A. Zanchetta, ita/ing., 224 pp., ill. col. e b/n, Manfredi Edizioni per la Fondazione VAF, Imola 2022, € 25
La pittura italiana nei nuovi anni Venti tra pennelli e immagini virtuali,
di Luca Beatrice, 80 pp., ill. col. e b/n, Edizioni Gallerie d’Italia/Skira, Milano 2022, s.i.p.

«D’après Jasper Johns 1» (2016)
Altri articoli dell'autore
Siamo nell’era della presa di coscienza di un’arte completamente «biennalizzata» in cui, è opinione assai diffusa, la parte politica e diplomatica prevale su quella artistica
Il più giovane del nucleo storico dell’Arte Povera da oltre mezzo secolo interroga la natura per scoprire il fluido vitale dell’esistenza. E sebbene ogni tanto incappi nella ridondanza e nella grandeur, la sua opera dimostra «che arte e realtà si forgiano insieme e si appartengono sin dal principio, come lingua e pensiero viventi»
100 opere in una retrospettiva al Museo di arti decorative Accorsi-Ometto: dagli acquerelli autobiografici degli anni ’30 alle ultime carte, 70 anni di trasgressioni e di «gesti erotici» di un’artista insofferente a ogni etichetta estetica e stilistica
Il 25 ottobre di 100 anni fa nasceva l’uomo che tramutò la pittura in oggetto (e viceversa) e aprì le porte alla Pop art. Il suo impegno sociale, la sua multidisciplinarità, l’interattività e la trasversalità di alcune sue opere e la sua ricerca sul ruolo dell’immagine sono tra gli elementi che lo rendono particolarmente attuale