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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliStanno proseguendo le ricerche su un relitto di epoca tardoantica scoperto nel 2019 sui fondali di Marina di Ognina, nel Siracusano. Sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare, una missione di studio denominata «Relitto delle Olle» (dalla tipologia di alcune ceramiche trovate a bordo) ha consentito agli studiosi di individuare l’orientamento dell'imbarcazione e del suo carico ipotizzando, di conseguenza, le sue dimensioni di massima.
Attraverso una documentazione tridimensionale della nave e una successiva prima fase di pulizia stratigrafica dei sedimenti, è stato possibile mettere in luce una grande quantità di materiale e di informazioni.
Con ogni probabilità, si tratta di una «navis oneraria» (una nave da carico romana, utilizzata per il commercio e il trasporto di merci come derrate alimentari, metalli e vasellame) di medie dimensioni, la cui lunghezza doveva aggirarsi tra i 15 e i 18 metri, con una larghezza compresa tra i 5 e i 6. Ultimamente, inoltre, sono stati recuperati un secondo vaso monoansato acromo con funzione di bollitore e una olla acroma biansata con coperchio.
«Grazie alle moderne e sofisticate attrezzature, proseguiamo nel solco della ricerca scientifica, ha dichiarato agli organi di stampa l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. Si tratta di operazioni utili a chiarire tipologia e cronologia dell’imbarcazione, nonché a comprendere meglio la natura del carico e le dinamiche dell’affondamento».
«Il relitto delle Olle si presenta come un sito di straordinario potenziale, ancora ricco di informazioni non immediatamente percepibili, ha detto il soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici. Il carico, estremamente omogeneo, è fortunatamente giunto fino ai giorni nostri in condizioni ottimali, non avendo subito significative alterazioni, né danni dovuti al passaggio di reti a strascico o interventi clandestini».
I prossimi passi dell’indagine saranno finalizzati a una completa delimitazione del carico, al fine di stimare in maniera più precisa le dimensioni originarie dell’imbarcazione. Gli scarsissimi resti lignei individuati finora fanno pensare che al di sotto del carico si possa essere conservata parte della struttura dello scafo.
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