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La moglie Elena porta Foster a Madrid

Si intitola «Future is now» il congresso che il primo giugno darà inizio alle attività della Fondazione Norman Foster

Roberta Bosco

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Si intitola «Future is now» il congresso che il primo giugno darà inizio alle attività della Fondazione Norman Foster, l’ultima iniziativa dell’architetto britannico, fortemente voluta anche da sua moglie, la spagnola Elena Ochoa, collezionista e fondatrice della casa editrice Ivorypress.


Il palazzo del duca di Plasencia accoglie la nuova sede dell’organizzazione non profit dedicata alla ricerca, all’educazione e all’elaborazione di progetti di architettura, design e urbanistica. Il primo è un Droneport di facile allestimento per inviare medicine e beni di prima necessità nelle aree di guerra o di difficile accesso. Il prototipo è in mostra da marzo nell’Arsenale di Venezia. «Il futuro delle nostre città obbliga ad affrontare i crescenti problemi derivati dalla mancanza di acqua potabile ed energia di una gran parte della popolazione mondiale», ha affermato Foster in occasione della presentazione del progetto che si basa su una visione olistica del mondo e sulla necessità di mettere in relazione architettura, arte, design e tecnologia per prestare un migliore servizio alla società.


Dal 1999, la Foster Foundation aggiudica ogni anno attraverso il Royal Institute of British Architects (Riba) varie borse di studio per progetti focalizzati sul futuro delle città. La nuova sede è diretta da Maria Nicanor, storica dell’architettura e curatrice, che è a Madrid dopo aver lavorato per il Victoria & Albert Museum di Londra e il Guggenheim di New York. Il nucleo centrale della fondazione è costituito dall’archivio creato nel 2015 per conservare e divulgare l’opera di Foster, che riunisce oltre 74mila documenti, immagini, bozzetti e plastici, oltre a corrispondenza e oggetti personali dell’architetto dal 1950 a oggi. Nel patio dell’edificio Foster ha costruito il Pavilion, uno spazio futurista dove si espone una selezione di oggetti e materiali che lo hanno ispirato, accompagnato da un’opera di Cristina Iglesias che copre parte del patio creando uno spazio d’ombra.
 

Roberta Bosco, 11 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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