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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDa quando, nel 2005, esasperato dalle lungaggini burocratiche, François Pinault abbandonò il progetto di aprirvi la sua fondazione d’arte contemporanea, sembrava che sull’Île Seguin fosse piombata una sorta di maledizione. L’idea di dar vita a un grande polo culturale è infatti di lunga data, ma tutti i progetti che si sono susseguiti sono stati via via accantonati. A gennaio Laurent Dumas, 53 anni, fondatore del gruppo immobiliare Emerige, collezionista e mecenate d’arte, ha presentato il suo nuovo progetto di cittadella delle arti, la più grande d’Europa. È la fine di quella che ormai in tanti chiamano «soap opera urbanistica»? Ma andiamo con ordine.
I progetti falliti L’Île Seguin è una striscia di terra di 11,5 ettari sulla Senna, appena fuori Parigi, verso ovest, nel comune di Boulogne-Billancourt. Nel 1919 il terreno fu acquisito da Louis Renault e l’isola si trasformò in una cittadella operaia. Quando il fabbricante d’auto la lasciò, nel 1992, prese il via quel lungo dibattito,che forse oggi sta giungendo all’epilogo: che cosa fare dell’Île Seguin?
Nel 2000 l’imprenditore François Pinault ne acquisì alcune parcelle per insediarvi la sua fondazione e affidò il progetto al giapponese Tadao Ando, che disegnò un «vascello di vetro sospeso sulla Senna». Il costo era stimato in 152 milioni di euro. Ma solo nel 2004 cominciò la demolizione dell’ex fabbrica Renault. Il progetto andò per le lunghe. Pinault gettò la spugna e alla Senna preferì la laguna di Venezia.
Diverse alternative furono poi presentate e bocciate, come quella di creare un Central Park alla francese. Nel 2009 la gestione urbanistica dell’isola venne affidata all’architetto Jean Nouvel, che aveva già costruito a Parigi l’Institut du Monde Arabe, la Fondation Cartier e il Musée du quai Branly. Nouvel pensava di creare «un’isola della arti» costruendo cinque grattacieli. In realtà il solo progetto di quegli anni a essere avviato, nel 2014, e portato a termine è la Seine musicale, sulla punta a valle dell’isola. Una cittadella della musica con auditorium e due sale da concerti che sarà inaugurata il prossimo 22 aprile.
L’edificio sormontato da un immenso «globo» rivestito di pannelli fotovoltaici è opera del giapponese Shigeru Ban, autore del Centre Pompidou-Metz. Costo 170 milioni di euro. Bocciati invece i grattacieli di Nouvel. Nel 2014 è entrato in scena un nuovo mecenate, l’uomo d’affari svizzero e mercante d’arte Yves Bouvier, proprietario della Natural Le Coultre (specializzata in trasporto e immagazzinaggio di opere d’arte). Si scelse di realizzare il polo R4 (R come Renault), una microcittà delle arti plastiche e visive pensata da Nouvel, questa volta senza grattacieli, ma con un edificio dall’ampio tetto a terrazza. L’opera, di un costo superiore ai 150 milioni di euro, doveva essere consegnata nel 2017. Ma poi, nel 2015, Bouvier fu incriminato per riciclaggio di denaro sporco e frode nella vicenda che lo oppone all’oligarca russo Dmitri Rybolovlev (cfr. n. 353, mag. ’15, p. 6), e indagato per il furto di alcuni Picasso. Il «re del porto franco» dovette dunque uscire di scena.
Il progetto pronto nel 2021 E arriviamo a oggi. Il nuovo progetto di Emerige, anche se riprende lo «zoccolo» del progetto di Jean Nouvel, si farà senza di lui. Il polo culturale, battezzato S17, che sorgerà sulla punta nord dell’isola, rivolta verso Parigi, è stato progettato dal trio di architetti catalani Rafael Aranda, Carme Pigem e Ramón Vilalta, dello studio RCR Arquitectes (a loro si deve il Musée Soulages di Rodez), in collaborazione con Calq. L’S4, su una superficie di 24.500 metri quadrati, comprenderà un centro d’arte (di 5.600 metri quadrati) e un cinema multisala, ma anche uffici, negozi e ristoranti. Il secondo edificio, S18, disegnato dall’agenzia austriaca Baumschlager Eberle (loro è il Vie Skylink, il terminal dell’aeroporto di Vienna inaugurato nel 2014) sarà un albergo «arty», basato sul concetto «una camera, un artista». La direzione paesaggistica è affidata a Michel Desvignes. Il budget non è stato reso noto, ma si parla di oltre 100 milioni di euro. Di sicuro il progetto è ambizioso. Il sindaco di Boulogne-Billancourt intende «spostare il centro di gravità culturale di Parigi a ovest».
Tornando al polo culturale, la programmazione è affidata a Jérôme Sans, cofondatore del Palais de Tokyo di Parigi. Se è ancora presto per i dettagli, si conoscono però le linee guida della futura programmazione: apertura alla giovane generazione di artisti francesi, approccio multiculturale e pluridisciplinare, aperto anche alle nuove arti digitali, collaborazioni con istituzioni esterne, tra cui la Fondation Giacometti. Il centro allestirà la collezione Renault, costituita a partire dal 1967 e comprendente più di 300 opere di artisti contemporanei (Dubuffet, Vasarely, Michaux, Tinguely, Arman) oltre a un fondo di 200 fotografie di Robert Doisneau (che lavorò per Renault tra il 1934 e il 1956). Ma accoglierà anche le opere della collezione di Laurent Dumas, che riunisce lavori di Kader Attia, Anselm Kiefer, Erik Dietman, Daniel Buren. L’apertura è prevista nel 2021 e l’Île Seguin si prepara ad accogliere due milioni di persone l’anno. Sempre che il destino non riservi nuove sorprese. Ma Laurent Dumas si dice «ottimista».
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