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Stresa (Vb). Sebbene il progetto di creare un giardino sull’Isola Isabella, nel Lago Maggiore, fosse stato concepito nel 1630 da Carlo III Borromeo, fu il figlio Vitaliano VI (1620-90), artefice dalle rinnovate fortune del casato, a trasformare vent’anni dopo l’isolotto in una mirabolante scenografia barocca affiorante dalle acque del lago, coronata da un grandioso palazzo, facendone l’Isola Bella per definizione, capace da allora di affascinare generazioni di viaggiatori.
Nell’anno in cui si celebra il Barocco Piemontese, Palazzo Borromeo presenta, dal 18 maggio al primo novembre, la mostra «Vitaliano VI. L’invenzione dell’Isola Bella», curata da Alessandro Morandotti e Mauro Natale che vi hanno riunito suoi ritratti, medaglie, documenti, progetti del palazzo e dei giardini (opera di famosi architetti del tempo, dal ticinese Carlo Fontana ai lombardi Andrea Biffi e Filippo Cagnola) e opere e arredi da lui commissionati, spesso mai visti prima.
Collezionista vorace, Vitaliano VI aveva formato una Wunderkammer fitta di pietre, marmi e alabastri dipinti e di quadri con cornici incastonate di pietre preziose e cristalli, mentre nel giardino fiorivano architetture rivestite di sovrabbondanti decorazioni a mosaico e si moltiplicavano le statue e le fontane, creando spettacolari teatri di verzura.
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