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Una fotografia dai materiali documentari sulla residenza realizzata lo scorso novembre da Espace Médina a Dakar

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Una fotografia dai materiali documentari sulla residenza realizzata lo scorso novembre da Espace Médina a Dakar

La Venezia-Dakar di Alessandro Neretti

Frutto di una residenza realizzata lo scorso novembre da Espace Médina a Dakar, la mostra allestita da Atipografia presenta maschere e fotografie raffiguranti le moltissime automobili abbandonate sul ciglio della strada che l’artista ha ricoperto con tessuti wax tradizionali del Senegal

La Masquerade, in un gioco di rimandi tra Venezia e Dakar, storia e presente, è il tema e il titolo della mostra dedicata a Nero/Alessandro Neretti (1980), organizzata da Atipografia con Viafarini.works, frutto di una residenza realizzata lo scorso novembre da Espace Médina a Dakar, voluta dal noto artista senegalese Moussa Traoré, in concomitanza con la Biennale di Dakar. Accompagnata da un catalogo con testo di Milovan Farronato, visibile dal 16 maggio al 2 agosto, la mostra veneziana presenta 12 maschere, 10 grandi fotografie, raffiguranti le moltissime automobili abbandonate sul ciglio della strada che l’artista ricopre con tessuti wax tradizionali del Senegal, più una selezione di materiali documentari sulla residenza. Esposti anche alcuni piccoli disegni ad acquerello, china e pennarello, tre brevi video e tre installazioni che rievocano l’ambiente della Medina, cuore di Dakar, in Senegal, attraverso profumi, colori e attività quotidiane, sottolineando, in particolare, il riuso e la manipolazione dei materiali che caratterizza le tante e variegate officine locali. 

Utilizzate sin dalla notte dei tempi per riti e pratiche cerimoniali, le maschere sono profondamente connesse alla cultura e alla tradizione artigiana dei Paesi da cui hanno origine. «Nel caso di Dakar, la base dell’opera è il recupero di maschere di produzione africana su cui l’artista interviene con il “lettering”, ovvero andando a incidere alcune parole che riportano al contemporaneo», spiegano da Atipografia. Tra gli esemplari esposti vi è «Baiser de Dakar. Respire Juste. Respire Pure», sarcastica allusione all’alto tasso di concentrazione di inquinamento, polvere sottili e smog di Dakar. Tra i temi sottesi alla mostra il Post colonialismo e le nuove forme di colonialismo che l’artista rileva nella presenza cinese in Senegal. L’obiettivo della sua pratica artistica, come spiega lui stesso, sono «la provocazione, la resistenza, l’alternativa al collasso storico e culturale». 

Atipografia ha riaperta nel maggio 2022 con spazi completamente rinnovati e con un progetto culturale inedito che coniuga la dimensione commerciale con la vocazione culturale, sotto la guida di Elena Dal Molin Atipografia ha voluto disegnare.

Jenny Dogliani, 13 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

La Venezia-Dakar di Alessandro Neretti | Jenny Dogliani

La Venezia-Dakar di Alessandro Neretti | Jenny Dogliani