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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliUna sensuale Venere acefala del IV secolo a.C. scoperta ad Alba Fucens, una divinità matronale in terracotta del II secolo d.C. rinvenuta insieme ad altre due figure femminili in marmo a Luco dei Marsi e moltissime altre testimonianze dall’antichità marsicana attendono nei depositi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio abruzzese, con sede a Chieti.
L’attesa potrebbe finire: la Soprintendenza ha individuato e proposto di creare un Museo archeologico della Marsica ad Avezzano, nel Palazzo Torlonia.
L’edificio, del 1925, era della famiglia romana proprietaria della superba collezione di sculture antiche in trattativa con il Mibact (cfr. n. 357, ott. ’15, p. 8) che qua fece bonificare il Lago del Fucino dal 1855 al 1878. Già della Regione, il palazzo è ora passato al Comune.
La segreteria del sindaco Gianni Di Pangrazio non esclude l’idea: «L’intera struttura con il parco diventerà un polo culturale e siamo aperti alla proposta di un museo archeologico. La Marsica è l’area archeologica più importante in Abruzzo».
L’archeologa Emanuela Ceccaroni segnala che la Soprintendenza è pronta ed è convinta che una storia così cospicua non debba emergere solo in mostre occasionali: «Abbiamo centinaia di reperti nei depositi. Disponibili agli studiosi, certo, ma non basta. Il museo potrebbe avere un’ala del palazzo che è oggetto di un cospicuo finanziamento della Regione».
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