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«Libia» (2009), di Sebastião Salgado. © Sebastião Salgado

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«Libia» (2009), di Sebastião Salgado. © Sebastião Salgado

L’epopea acquatica di Salgado

Al Palazzo Ducale di Genova il legame con l’acqua del fotografo brasiliano

Anna Aglietta

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Al Palazzo Ducale di Genova, la Giornata Mondiale dell’Acqua si festeggia con una nuova mostra a tema, firmata dal fotografo di fama mondiale Sebastião Salgado (classe 1944). «Aqua Mater» (dal 22 marzo al 14 luglio) presenta 42 stampe in grande formato del maestro brasiliano, che celebrano il ruolo di quest’elemento unico nell’universo e la sua relazione ambivalente con l’umano.

Essenziale per la sopravvivenza del pianeta, ma inquinata dalle attività umane e industriali, minacciata dal riscaldamento globale, che provoca alluvioni, siccità e l’innalzamento degli oceani, l’acqua è da anni al centro delle riflessioni e del lavoro di Salgado. Salgado infatti non solo ha fondato un’organizzazione a difesa dell’ambiente, l’Istituto Terra, ma ha anche dedicato la propria carriera fotografica a documentare i cambiamenti sociali e ambientali della nostra epoca.

«Aqua Mater» è quindi il culmine di decenni di lavoro in tutto il mondo. Scrivono in un testo congiunto il fotografo e la moglie e curatrice Lélia Wanick Salgado che l’acqua  «in questa mostra appare in tutte le sue forme, la purezza e la intensità, l’abbondanza e la scarsità». Essa è mostrata durante fenomeni meteorologici, in interazione con flora e fauna o ancora sfruttata dall’uomo. Nel bianco e nero caratteristico di Salgado, le immagini sono estremamente poetiche, liriche; portano il pubblico in viaggio attraverso il globo, dal Sudamerica alla Russia, dall’Alaska all’Antartide, dall’Italia all’India.

La visita è completata dalle suggestive fonografie del compositore François Bernard Mâche. Un neologismo coniato da Mâche stesso, le fonografie sono «analogie sonore della fotografia» e, nel caso di  «Aqua Mater», creano un’epopea acquatica, trasportando il visitatore in un’avventura multisensoriale in cui le emozioni suscitate dalle immagini sono riflesse nelle tracce sonore.

Infine, l’esperienza artistica è completata da una serie di opportunità educative: l’audioguida racconta la storia e i ricordi di Salgado per ciascuna immagine; dei testi dell’Istituto Terra, dell’Unesco e della curatrice Wanick Salgado esplorano in dettaglio il ruolo dell’acqua nell’ecosistema terrestre; e una serie di incontri con specialisti internazionali, fra cui Andrea Rinaldo (vincitore dello Stockholm Water Prize 2023) permettono di familiarizzare con le ultime ricerche.

«Libia» (2009), di Sebastião Salgado. © Sebastião Salgado

«Bombay, India» (1995), di Sebastião Salgado. © Sebastião Salgado

Anna Aglietta, 20 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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L’epopea acquatica di Salgado | Anna Aglietta

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