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Un frame del trailer di Choi Soon-dae per il 30mo Biff

Lara Maria Ferrari

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Un frame del trailer di Choi Soon-dae per il 30mo Biff

Lara Maria Ferrari

K-notes dalla Corea: fotogrammi del 30mo festival internazionale del cinema di Busan. Giorno 2

Anticipazioni e curiosità dal e intorno al Biff. Un inno all’arte cinematografica, i pericoli di un domani che è già oggi e l’incontro tra la foglia d’acero canadese e l’onda coreana

Mentre i locali si preparano a scegliere il ristorante più in sintonia con i loro gusti, confermando quanto la cucina sia un elemento fondativo e unificante della vita coreana, cerchiamo di cogliere l'essenza del Busan International Film Festival scoprendo il raffinato, poeticissimo trailer scelto per questa edizione. Choi Soon-dae ha creato una breve animazione che è un inno all'arte del cinema, alla fantasia che lo nutre, al suo essere rituale collettivo. Pochi secondi che raffigurano con tratto delicato e luci pastello la magia di una storia e dei suoi protagonisti, dell’autore che l’ha girata e di una famiglia di spettatori che vi assiste per la prima volta. Un piccolo sogno che aspetta di prendere forma e nel quale cogliamo i segni, la tipicità di un luogo come quello in cui ci troviamo. L’accesso alla meravigliosa, infinita spiaggia di Haeundae è riprodotto sul grande schermo attraverso i suoi scalini sabbiosi che ne delineano il profilo.

La seconda giornata del festival racconta i pericoli di un domani che abita già il nostro presente, nelle insidie di uno strumento straordinario, come l’Intelligenza Artificiale, adoperato da un ragazzino indonesiano che ha appena perso la madre, in «Mothernet» (titolo geniale), di Ho Wi Ding. Ma ci parla anche di un vero incidente di dirottamento aereo, avvenuto nel 1970, ad opera di terroristi filo-comunisti giapponesi, nella commedia nera «Good News» di Byun Sung-hyun, ad alto tasso di satira e arguzia. La molla dello sviluppo narrativo è qui prodotta dalle stesse azioni avventate di un capo dell'intelligence coreano, che per salvare i passeggeri del volo, dirottato su Pyongyang, li inganna tutti mostrando al mondo la forza creativa della negoziazione. Infine, «If On A Winter’s Night» di Sanju Surendran affronta la precarietà di una giovane coppia di innamorati a Delhi, con mano delicatissima e senza retorica, donando a chi guarda un anelito di speranza e fiducia nell'umanità, in contesti sociali sempre più disumani.

A proposito di visioni, questo è l'anno in cui a Busan si celebra lo scambio culturale fra Canada e Corea del Sud, simboleggiato dall'unione fra la foglia d'acero impressa sulla bandiera canadese e un vortice di onde, richiamanti l’onda coreana, al cui principio sta il «Taegeuk», da cui trae origine il tutto secondo la cultura del Paese asiatico.

Chissà se i maestri che saliranno in cattedra domani conoscono questo dettaglio. Sarebbe bello poterlo chiedere a Ninomiya Kazunari, Michael Mann e Paul W.S. Anderson, protagonisti di tre master class attesissime.

Lara Maria Ferrari, 18 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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