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«Spiralkampagnen» (2024) di Juliette Pavy (particolare)

© Juliette Pavy

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«Spiralkampagnen» (2024) di Juliette Pavy (particolare)

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Juliette Pavy è la fotografa dell’anno

La World Photography Organisation celebra la fotografia contemporanea con i Sony World Photography Awards. I lavori dei finalisti in mostra a Londra alla Somerset House

Anna Aglietta

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Giovedì 18 aprile la World Photography Organisation ha annunciato i vincitori della diciassettesima edizione dei Sony World Photography Awards, un premio internazionale dedicato a fotografi emergenti e professionali.

La fotografa francese Juliette Pavy si è aggiudicata il titolo di «Fotografa dell’Anno», con la sua serie documentaria «Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic Women». Con scatti di archivio, ritratti delle vittime e degli attori coinvolti e immagini radiografiche, Pavy mette in luce la storia e le conseguenze della campagna di sterilizzazione forzata delle ragazze e donne Inuit, portata avanti dalla Danimarca negli anni Settanta. Risaltano in particolare, spiega Monica Allende, Presidente di giuria, «l’eccezionale talento e l'empatia con cui Juliette Pavy ritrae i suoi soggetti, catturandoli in un modo al tempo stesso dignitoso e profondamente intimo».

La affiancano sul podio altri nove artisti, i cui progetti sono stati selezionati per altrettante categorie professionali che spaziano dall’ambiente alla ritrattistica, dallo sport alla fotografia artistica. Tra i vincitori, provenienti da tutto il mondo, si trova l’italiano Federico Scarchilli, il quale vince nella categoria dedicata alla  natura morta con la serie «Flora».

 

«Moonrise Sprites over Storr» (2024) di Liam Man. © Liam Man

«Chelidonium Majus» (2024) di Federico Scarchilli. © Federico Scarchilli

Un posto d’onore è poi occupato da Sebastião Salgado, nominato per il premio «Outstanding Contribution to Photography», una celebrazione alla carriera di oltre cinquant’anni del fotografo brasiliano, che ha per l’occasione curato lui stesso una mostra con più di 40 delle sue iconiche immagini in bianco e nero.

L’americana Kathleen Orslinsky si aggiudica invece il «Sustainability Prize», con la sua serie «America’s First Wilderness», un inno alla biodiversità della Gila Wilderness (nello Stato del New Mexico) e agli sforzi per difenderla.

Per concludere, i concorsi «Open», «Student» and «Youth» sono dedicati rispettivamente alla potenza di un singolo scatto (vincitore il «Moonrise Sprites over Storr» del britannico Liam Man), al progetto di uno studente (selezionata la belga Kayin Luys) e alla visione di un fotografo under 19 (premiata quella del quindicenne inglese Daniel Murray).

Una selezione di oltre 200 immagini scelte tra i progetti vincitori è esposta alla Somerset House di Londra fino al 6 maggio 2024. La mostra include anche una presentazione monografica del fotografo Edgar Martins, Fotografo dell’Anno nel 2023.

«The fight against burning oil wells, Kuwait oil fields» (1991) di Sebastião Salgado. © Sebastião Salgado

«Untitled» (2024) di Kathleen Orlinsky. © Kathleen Orlinsky

Anna Aglietta, 23 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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