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Joyce Pensato, «Groucho-Homer», 2014

Photo: Larry Lamay. © The Joyce Pensato Foundation. Courtesy of Petzel, New York

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Joyce Pensato, «Groucho-Homer», 2014

Photo: Larry Lamay. © The Joyce Pensato Foundation. Courtesy of Petzel, New York

Joyce Pensato e Richard Hunt conquistano Miami

In contemporanea con Art Basel Miami, l’Institute of Contemporary Art inaugura la nuova stagione espositiva con due figure emblematiche dell’arte americana

Maurita Cardone

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In contemporanea con Art Basel Miami (5-7 dicembre) l’Institute of Contemporary Art (Ica Miami) inaugura la sua stagione invernale con due mostre dedicate ad altrettante figure emblematiche dell’arte americana: Joyce Pensato (New York, 1941-2019) e Richard Hunt (Chicago, 1935-2023). Due percorsi paralleli che, con linguaggi diversi, indagano l’identità culturale e le tensioni sociali degli Stati Uniti del secondo ’900. Con una retrospettiva che riunisce circa 65 opere, l’Ica Miami presenta la più ampia indagine museale mai dedicata a Joyce Pensato, pittrice capace di fondere l’esuberanza dell’Espressionismo astratto con l’immaginario ironico della pop culture. Curata da Alex Gartenfeld, Gean Moreno e Stephanie Seidel, la mostra ripercorre cinque decenni di produzione, dagli esordi degli anni Settanta fino ai lavori più tardi.

La mostra, visitabile fino al 15 marzo 2026, si apre con una serie di ritratti di Mickey Mouse, simbolo di un’America oscillante tra innocenza e alienazione, per poi attraversare un universo di figure familiari e inquietanti: Batman, Felix the Cat, i personaggi di South Park e dei Simpsons. Pensato li deforma, li graffia, li ricopre di smalti neri, bianchi, argento e oro, fino a renderli presenze spettrali e insieme universali. L’artista, scrivono i curatori, «ha saputo combinare il gesto istintivo della pittura astratta con l’iconografia del pop, complicando e reinventando entrambe le tradizioni». Tra le opere in mostra figurano i primi disegni di Batman del 1976, le tele gestuali degli anni Ottanta e le grandi composizioni a smalto dei primi anni Novanta, qui riunite per la prima volta in modo organico. Accanto alle tele, trovano spazio anche installazioni, fotografie e materiali d’archivio che rivelano l’ampiezza del suo universo visivo. Come sottolinea Alex Gartenfeld, direttore artistico dell’Ica Miami, «Joyce Pensato ha portato un genio distintivo nella sua pratica, tracciando la mappa della cultura pop americana e ridefinendo i confini della pittura contemporanea». 

In parallelo, dal 2 dicembre al 29 marzo 2026, il museo presenta «Richard Hunt: Pressure», la prima grande mostra retrospettiva postuma dedicata allo scultore, figura pionieristica dell’astrazione americana e autore di oltre 160 opere pubbliche. Curata da Gartenfeld e Moreno, la mostra riunisce 25 sculture in bronzo, acciaio e alluminio realizzate tra gli anni Cinquanta e Novanta, accanto a modelli e maquette che rivelano la sua inesauribile curiosità per la materia e la forma.Con una personale al MoMA di New York già nel 1971, Richard Hunt è stato centrale nel percorso di riconoscimento istituzionale dell’arte afroamericana. Negli anni il suo lavoro non ha mai smesso di dialogare con le questioni civili e sociali del suo tempo. Le sue sculture, insieme biomorfe e architettoniche, sembrano nate da tensioni opposte: il metallo piegato, stirato, deformato diventa metafora della lotta per la libertà e la dignità. Tra le opere esposte spiccano «Hero’s Head» (1956), dedicata alla memoria di Emmett Till, un adolescente nero linciato nel 1955, la cui vicenda sconvolse l’America, oltre che lo scultore, nato a pochi isolati dalla casa in cui viveva Till. Si ispira invece all’ultimo discorso di Martin Luther King Jr. «I Have Been to the Mountain» (1977), scultura pubblica installata a Memphis in memoria del noto attivista per i diritti civili e di cui in questa mostra è esposta una maquette. Il percorso include il modello per «Freedmen’s Column» (1989), monumento installato all’Università di Howard in onore degli afroamericani liberati dalla schiavitù. Completano la stagione invernale tre ulteriori progetti: «Andreas Schulze: Special», prima personale museale negli Stati Uniti del pittore tedesco, che esplora con ironia e approccio visionario le forme della quotidianità attraverso pittura e scultura; «Masaomi Yasunaga, Traces of Memory», la prima grande mostra museale statunitense dedicata al ceramista giapponese, con opere recenti e un’installazione site specific; e «Igshaan Adams: Lulu, Zanele, Zandile, Savannah», un’imponente installazione tessile realizzata per la scala monumentale del museo, in cui l’artista sudafricano intreccia fili metallici e perline per evocare paesaggi spirituali e danze collettive.

Maurita Cardone, 04 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Joyce Pensato e Richard Hunt conquistano Miami | Maurita Cardone

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