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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliMentre al Louvre-Lens si tiene la mostra «La storia comincia in Mesopotamia» (fino al 23 gennaio, cfr. n. scorso p. 40), al Grand Palais apre il 14 dicembre «Siti eterni. Da Bamiyan a Palmira: viaggio nei luoghi del patrimonio universale». Una mostra, organizzata sempre dal Louvre (fino al 9 gennaio), che riproduce con immagini 3D quattro siti archeologici, tra Siria e Iraq, minacciati dalle guerre e dai saccheggi dei terroristi: l’antica città di Palmira, l’antica capitale del re Sargon a Khorsabad, il Krak des Chevaliers, fortezza d’età crociata vicina a Homs, e la grande moschea degli Omayyadi a Damasco.
Le riproduzioni 3D si devono all’Iconem, una startup francese creata nel 2013 che lavora a partire da vedute aeree dei siti archeologici, fotografati dai droni, e rimodellate al computer con moderni algoritmi. Nella prima sezione della mostra sono proiettati quattro film per «un’immersione» a 360° nei siti in pericolo.
Sono esposte anche alcune opere emblematiche, una per ogni sito, prestate dal Louvre: la scultura in bronzo di un leone (circa 700 a.C.) ritrovata accanto al portone di un palazzo a Khorsabad; un bassorilievo del monumento funebre di Taimé e della moglie Hadira (I metà del III secolo d.C.), rinvenuto a Palmira; un frammento del mosaico della grande moschea degli Omayyadi (705-715 d.C.); una vasca di metallo finemente decorata appartenuta al sultano di Siria al-’Adil II (1238-1240).
La seconda sezione, il «Laboratorio delle immagini», è una sorta di cabinet de curiosités con documenti di archivio, foto d’epoca o più recenti, di ricercatori o turisti, ma anche acquerelli, carte geografiche, testimonianze diverse, che permettono di ricostruire le varie fasi della scoperta dei quattro siti scelti.
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