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Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliUna masseria fortificata, costruita nel VII secolo dai monaci basiliani, nei pressi di Pisticci in Provincia di Matera, e poi sviluppatasi nel corso dei secoli, è oggi aperta al pubblico per connettere generazioni e linguaggi diversi attraverso l’arte contemporanea. Il Castello di San Basilio, di proprietà della famiglia Berlingieri dal 1830, si è caratterizzato infatti sin dalla fine degli anni Sessanta come luogo di incontro tra artisti, collezionisti, critici d’arte; nel 1971 Annibale e Marida Berlingieri, mecenati e collezionisti, ospitano Christo che lascia un’opera site specific, dando di fatto il via a una ricca e importante collezione influenzata dal gusto dei padroni di casa ma anche dagli scambi di idee e dagli spunti offerti dai loro ospiti, come il collezionista Giuseppe Panza di Biumo e il gallerista Gian Enzo Sperone.
In un passaggio di testimone generazionale, dagli anni Novanta la collezione si è arricchita, grazie all’impegno di Lidia Berlingieri e suo marito Piervittorio Leopardi, con le opere di (tra gli altri) Olafur Eliasson, Tracey Emin e Ugo Rondinone. E oggi è loro figlia Aloisia Leopardi, curatrice e gallerista, a traghettare nella contemporaneità la storia di questo luogo suggestivo e stratificato, con una nuova ricerca curatoriale.
Dal 2019 il Castello si è trasformato in un «project space», un ambiente in cui continuano a incontrarsi professionisti del mondo dell’arte e in cui vengono ospitati artisti internazionali in residenze durante le quali vengono prodotte nuove opere esposte poi in mostre durante il periodo estivo. «La residenza nel Castello di San Basilio, spiega Leopardi, offre agli artisti l’opportunità di allontanarsi dalla frenesia quotidiana delle città per immergersi in un luogo privo di distrazioni, carico di storia, dove la natura e il silenzio diventano fonte di ispirazione. Questo periodo permette loro di dedicarsi completamente alla ricerca e alla sperimentazione, traendo ispirazione dai colori del paesaggio circostante e dalla storia del Castello e della regione».
L’edizione 2025 ha come protagonisti gli artisti Shailee Mehta (Mumbai, India, 1998), che espone cinque dipinti, un libro d’artista e tre opere su carta, e Francis Offman (Butare, Ruanda, 1987, risiede a Bologna), che invece porta in mostra sei dipinti, tra i quali una tela di grandi dimensioni. Le opere prodotte nelle circa quattro settimane di residenza sono esposte, su appuntamento, fino al 29 agosto sempre nei luoghi del Castello.
«Entrambi gli artisti di quest’anno, sebbene abbiano utilizzato tecniche e linguaggi completamente diversi, si sono ispirati al territorio, spiega la Aloisia Leopardi. Shailee Mehta ha intrecciato la propria ricerca sul corpo della donna con i paesaggi dei Calanchi, le grotte di Matera, gli ambienti acquatici (dal mare ai fiumi) e quelli tracciati dai tronchi degli ulivi secolari presenti nella proprietà, piantati dai monaci oltre 700 anni fa. Nei suoi lavori il corpo femminile diventa così paesaggio e il paesaggio stesso assume forme corporee, in un continuo scambio tra natura e identità. Francis Offman, invece, ha trovato ispirazione nei colori del territorio: i toni caldi del sole, dei mattoni del Castello di San Basilio e dei campi di grano circostanti. La sua pratica pittorica, fortemente legata alla materia e alla memoria, si esprime attraverso l’uso di caffè, carte riciclate, pigmenti naturali e materiali di recupero, che si trasformano in superfici dense di stratificazioni, che evocano storie e culture intrecciate, come quelle custodite dal Castello stesso e dal territorio lucano».

Francis Offman, «Senza titolo», 2025

Shailee Mehta, «Untitled», 2025
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