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Il sofà di Gnoli e la Baccante di Andreotti

Un excursus in 11 aste italiane in un mese moderno e contemporaneo

Vittorio Bertello

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Tocca a Bolaffi quest’anno inaugurare il novembre dell’arte moderna e contemporanea all’asta. A Torino l’8 novembre, due giorni dopo la chiusura di Artissima, tiene la sua prima asta di Arti del Novecento, con prezzi perlopiù abbordabili. Viene venduto ad esempio un piccolo nucleo di serigrafie di Andy Warhol (serie «Ladies and Gentlemen», del 1975), con una base d’asta di 1.000 euro ciascuna.

Di Adolf Hirémy-Hirschl (1860-1933) è proposta una grande tela raffigurante una scena di mitologia marina con tritoni e sirene, con una base d’asta di 25mila euro, mentre Renato Guttuso è l’autore di un ritratto femminile che parte da 10mila euro. Infine, due ceramiche di Picasso: «Femme», 1955, una brocca in terracotta decorata e parzialmente smaltata, base 7mila euro e «Tête de chèvre de profil», 1952, un piatto in terracotta con dipinto il muso di una capra, a 8mila euro.

Il giorno successivo (il 9) tocca a Finarte, che a Milano presenta, all’interno dell’asta di arte moderna e contemporanea, una mostra costituita da un gruppo di opere della vendita, tutte a soggetto femminile (la mostra si intitola, per l’appunto, «Figure di donna»). Il lotto più importante della dispersione è «Senza titolo», 1991, di Sam Francis, acrilico su carta, 245x145 cm, proveniente da una collezione privata. Le stime sono comprese tra 100 e 150mila euro.

Di Roberto Crippa il catalogo ha «Senza titolo (Ara)», lavoro del 1960-61 realizzato in sughero e collage su tavola, 200x200 cm, anch’esso consegnato da una collezione privata (quotazione: 30-40mila euro). Christo ha «Ocean front/Bay corner. Project for covering the cave at King’s Beach, Newport, Rhode Island», una tecnica mista e collage su carta del 1974 che misura 70x55,5 cm e che è valutata tra 25 e 35mila euro. «Trafalgar Square», uno smalto su tela del 1969 di Tano Festa, partecipò nel 1988 alla mostra monografica dell’artista a Roma, all’ex stabilimento Peroni, curata da Achille Bonito Oliva. Qui è stimata tra 15 e 20mila euro.

Il 23 e 24 novembre è la volta di Sotheby’s a Milano, dove a far la parte del leone sarà probabilmente un’opera di Domenico Gnoli, «Sofa», 1968, realizzata ad acrilico e sabbia su una tela di 131x171 cm. Esposta a New York nel 1969, nella prima personale di Gnoli alla Sidney Janis Gallery, ha ora una valutazione di 1,5-2 milioni di euro. Lucio Fontana ha un «Concetto spaziale. Attesa» del 1957 (olio e buchi su tela) di 50x70 cm, a 800mila-1,2 milioni.

Di Tancredi, proprio nel mese in cui si apre a Venezia alla Peggy Guggenheim Collection una sua retrospettiva, il catalogo presenta una tecnica mista su tela del 1953. L’opera misura 180x200 cm e ha una quotazione di 200-300mila euro. «Due curve», lavoro del 1973-74 in acciaio inox di Fausto Melotti, è stimato 200-300mila euro, mentre una «Natura morta» del 1951 di Giorgio Morandi, una tela di 30,4x40,5 cm, parte da un’aspettativa di 500-700mila euro.

Paolo Scheggi è un artista ormai molto apprezzato dal mercato. Qui ha «Zone riflesse», acrilico su tele sovrapposte del 1964, che parte da una stima di 180-250mila euro. 200-300mila euro è invece la forbice di prezzo indicata per una «Superficie bianca» del 1988 di Enrico Castellani.

A Genova Wannenes ha un appuntamento il 24 del mese. Spicca un ottone di Fausto Melotti, «Poesia», del 1962, che è stimato tra 220 e 280mila euro. L’agenda del collezionista d’arte contemporanea prosegue con l’asta di Farsettiarte di Prato, fissata al 25 e 26 novembre. Il cavallo di battaglia sarà forse «Arbre et maisons», olio su tela di 73x100 cm di Marc Chagall, lotto con stima a richiesta. Anche «Nero cretto», acrovinilico su cellotex del 1975 di Alberto Burri, ha la stima a richiesta; e così pure un «Cortile di via Fondazza», olio su tela del 1935 di Giorgio Morandi.

Sempre di Morandi una «Natura morta» del 1953 è valutata 450-600mila euro; mentre «Baccante», bronzo patinato (cera persa) del 1920 di Libero Andreotti, opera dall’importante curriculum espositivo, parte da una quotazione di 180-220mila euro. Infine un nucleo di sette opere di Giuliano Vangi, tra sculture, oli su tela e disegni, ha stime comprese tra 800-1.500 e 40-60mila euro.

Il 29 novembre è la volta di Cambi, che ha un «Concetto spaziale» di Lucio Fontana del 1960, opera in carta assorbente di 44x58 cm (60-70mila euro), un olio su tela di Wifredo Lam del 1973 (sempre a 60-70mila euro) e «Volume a moduli sfasati», opera in plastica fustellata di Dadamaino del 1960 (50-60mila).

Chiude la stagione la vercellese Meeting Art, con uno dei suoi appuntamenti che tradizionalmente si articolano in successivi fine settimana. Questo ne abbraccia due: l’asta inizia il 26 novembre e termina l’8 dicembre. Due le opere di spicco: «T1961-70», acrilico su tela del 1961 di 65x105 cm, firmato, di Hans Hartung (180-200mila euro); e «Dinamica visuale», opera in legno e strisce di Pvc (72x72 cm; lato 50 cm) del 1961-65 di Toni Costa, lotto corredato nella scheda da una nutrita bibliografia (45-50mila euro la quotazione).

Vittorio Bertello, 06 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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