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Antonio Mirabelli
Leggi i suoi articoliSi avvicina l’atteso appuntamento con le aste londinesi di Christie’s, previsto per il prossimo 7 marzo e nel frattempo i cataloghi sono pronti alle consultazioni per quella che risulta essere una selezione ampia e volta a navigare tra diversi segmenti dell’arte: dal Surrealismo all’Impressionismo per poi approdare verso i lidi più contemporanei del secondo ’900. Tra gli italiani di questo periodo spicca, fra tutti, un pregevole nucleo di opere di Alighiero Boetti che, non a caso, è esposto nella mostra «Mettere al mondo il mondo» attualmente in corso, fino al 27 febbraio, negli spazi di Christie’s al numero 8 di King Street a Londra.
«Mettere al mondo il mondo», già titolo di un’opera iconica di Boetti che verrà offerta agli incanti il 7 marzo, suona come una espressione matematica, generatrice a tratti. Del resto non poteva essere diversamente, visto che a codificare questa equazione di fantasia è stato Alighiero Boetti, un artista che ha sempre giocato con le parole, comprimendole in chiave geometrica negli «arazzi», diluendole su enormi «Biro» segnate da virgole bianche e mimetizzandole nell’enorme minestrone di colori del «Tutto». Questa mostra celebrativa cade a trent’anni dalla morte di Boetti (24 aprile 1994) e vuole essere una finestra di riflessione sulla potente e multiforme forza della sua arte.
Ne abbiamo parlato con Alessandro Diotallevi, Senior Specialist Post-War & Contemporary Art di Christie’s.
Da che cosa nasce l’idea per la retrospettiva «Mettere al Mondo il Mondo»?
Quest’anno ricorre il 30mo anniversario della morte di Boetti e noi di Christie’s volevamo rendere omaggio all’artista, molto amato dai nostri clienti. Abbiamo capito subito che questa mostra sarebbe stata il progetto perfetto per celebrare l’eredità di Boetti. Infatti, la presentazione nelle nostre gallerie di King Street comincia dal 1967, anno della prima mostra di Alighiero Boetti, alla Galleria Christian Stein. La gamma di opere si estende fino al 1994, anno della morte dell’artista, coprendo la maggior parte delle sue serie più conosciute.
Boetti è stato un artista poliedrico e multidisciplinare, secondo lei quale delle tante serie di lavori realizzate (Mappe, Arazzi, Tutto, Biro, ecc) ha più presa sul mercato oggi?
Le mappe, gli arazzi, grandi e piccoli, e il «Tutto» sono senza dubbio tra le opere più conosciute e amate dai collezionisti. Ma le «Biro», a mio avviso, sono tra i lavori più belli, poetici e concettuali, tuttora ancora sottovalutati dal mercato.
Quale aspetto della poetica di Boetti colpisce di più i collezionisti?
Credo che le opere di Boetti creino una perfetta sinfonia tra bellezza e intellettualità, soddisfacendo l’occhio ma anche e soprattutto la mente.
Nella retrospettiva sono presenti molti lotti della futura 20th / 21st Century: London Evening Sale del prossimo 7 marzo e della Post-War and
Contemporary Art Day Sale del 9 marzo. Può anticiparci qualche previsione?
Le dieci opere che saranno offerte nelle nostre vendite di marzo sono esempi importanti delle serie più riconosciute e iconiche dell’artista, che non sono mai state proposte in asta e che appartengono ai periodi più ricercati della sua carriera. Ci aspettiamo quindi che i risultati riflettano l’importanza e la rarità di questo gruppo.
Nel 2023 il trend dell’artista torinese ha avuto un rallentamento, se paragonato ai risultati sbalorditivi raggiunti negli ultimi anni, tra i quali spicca quello della «Mappa» record che ha sfiorato i 9 milioni di dollari nel 2022. Ad oggi, come prevede sarà il mercato di Boetti per l’anno in corso?
Il 2022 è stato un anno incredibile per Boetti: ci sono stati una serie di capolavori assoluti che hanno galvanizzato il mercato. Sebbene il macroambiente del 2023 sia stato più complesso, abbiamo comunque assistito a diversi risultati positivi. Per esempio, con l’opera «Ammazzare il Tempo», del 1979, offerta da Christie’s a New York, abbiamo raggiunto un risultato molto importante, quasi 4 milioni di dollari contro una stima di 2,5-3,5 milioni. Grazie all’altissima qualità delle opere presentate in questa stagione, ci auguriamo di continuare questa tendenza positiva e di continuare a far conoscere le opere di Boetti a livello internazionale.

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