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La mostra, una delle più importanti a lui dedicate, celebra l’artista statunitense nel centenario dal suo arrivo nella capitale francese e nel cinquantesimo anniversario dalla sua scomparsa
- Cecilia Paccagnella
- 16 dicembre 2025
- 00’minuti di lettura
Alexander Calder, «Cirque Calder», 1926-31, New York, Whitney Museum
© Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Il grande ritorno di Alexander Calder a Parigi, alla Fondation Louis Vuitton
La mostra, una delle più importanti a lui dedicate, celebra l’artista statunitense nel centenario dal suo arrivo nella capitale francese e nel cinquantesimo anniversario dalla sua scomparsa
- Cecilia Paccagnella
- 16 dicembre 2025
- 00’minuti di lettura
Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliInserito nel solco delle grandi monografiche della Fondation Louis Vuitton, il vocabolario plastico di Alexander Calder dialogherà con l’architettura di Frank O. Gehry dal 15 aprile 2026 al 16 agosto 2026, trasformando l’esposizione in una vera e propria coreografia spaziale. «Calder. Rêver en équilibre» sarà allestita sia all’interno sia all’esterno del museo parigino e, organizzata in stretta collaborazione con la Calder Foundation, vanterà prestiti eccezionali di istituzioni internazionali. Primo tra tutti: il ritorno nella capitale francese del «Cirque Calder» (1926-31), la rappresentazione in miniatura di un circo, realizzato con legno, fil di ferro e stoffe, oggi parte della collezione del Whitney Museum di New York.
L’opera fu concepita un secolo fa, quando l’artista statunitense (Filadelfia, 1898-New York, 1976) approdò a Parigi, ed è proprio il centenario il pretesto per celebrarne il genio il prossimo anno, in cui cade anche il cinquantesimo anniversario dalla sua scomparsa: una doppia ricorrenza per una delle più importanti mostre a lui dedicate.
300 opere incarneranno i temi cruciali che hanno segnato la sua carriera, dal movimento alla luce, dall’utilizzo di materiali umili al suono, dall’effimero alla performance. Al loro fianco, i contributi di Jean Arp, Barbara Hepworth, Jean Hélion, Piet Mondrian, Paul Klee e Pablo Picasso offriranno la possibilità di ricreare il contesto storico artistico in cui Calder ha vissuto e ha creato i suoi «mobili» e «stabili», immortalato dagli obiettivi di Henri Cartier-Bresson, André Kertész, Gordon Parks, Man Ray, Irving Penn e Agnès Varda, ad esempio.