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Una veduta dell’orologio del Musée d’Orsay riprodotto nell’atrio del Map-Museum of Art Pudong per la mostra «Paths to Modernity: Capolavori dal Museo d’Orsay di Parigi»

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Una veduta dell’orologio del Musée d’Orsay riprodotto nell’atrio del Map-Museum of Art Pudong per la mostra «Paths to Modernity: Capolavori dal Museo d’Orsay di Parigi»

Il Musée d’Orsay clonato in Cina

Nel museo di Shangai sono allestiti oltre cento capolavori dell’arte francese tra Otto e Novecento per raccontare il modo in cui le principali avanguardie hanno condotto al linguaggio artistico moderno. Un’occasione unica per vedere le collezioni parigine in Asia

Fino al 12 ottobre «Paths to Modernity: Capolavori dal Museo d’Orsay di Parigi», la più grande mostra mai allestita dal Museo d’Orsay in Cina, riunisce la collezione principale del museo europeo in un’unica vetrina mondiale: un evento unico per l’annuale appuntamento con eco internazionale del Map-Museum of Art Pudong di Shangai.

L’allestimento è costituito da oltre cento capolavori dell’arte francese dal 1840 all’inizio del XX secolo, comprendendo quasi tutti i principali movimenti artistici rappresentati a Parigi: dall’Accademismo al Realismo e al Naturalismo, passando per l’Impressionismo e il Neoimpressionismo, fino al Postimpressionismo e ai Nabis. Maestri come Vincent van Gogh, Claude Monet, Jean-François Millet, Paul Cezanne, Paul Gauguin, Édouard Manet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Gustave Courbet e Georges Seurat convergono con opere autentiche e rivoluzionarie che hanno aperto la strada al linguaggio artistico moderno.

Culmine di anni di collaborazione tra il Musée d’Orsay e il Map, la mostra adotta una narrazione che ripercorre l’interazione dinamica tra innovazione artistica e trasformazione sociale in Francia tra il 1848 e il 1914. Le cinque sezioni tematiche sono costellate da «La camera da letto» di Van Gogh ad Arles e il suo «Autoritratto»; «Le spigolatrici» di Jean-François Millet; «Donne tahitiane» (nota anche come «Sulla spiaggia») di Paul Gauguin; «Cataste di grano, fine estate» di Claude Monet; «Émile Zola» di Édouard Manet; «Il foyer dell’Opera in rue Le Peletier» di Edgar Degas; «Ragazze al pianoforte» di Pierre-Auguste Renoir; «Ritratto di Madame Cezanne» di Paul Cezanne; «Il gatto bianco» di Pierre Bonnard; «Donne al pozzo. Opus 238» di Paul Signac e «La nascita di Venere» di Alexandre Cabanel. La mostra presenta anche oltre venti sculture significative, tra cui «Victor Hugo» di Auguste Rodin, le sculture in bronzo di Degas dalla serie «Ballerina» e le sculture in legno del periodo tahitiano di Gauguin.

Un elemento chiave della curatela, affidata allo storico dell’arte Stéphane Guégan, è il superamento del tradizionale isolamento dei capolavori, accostandoli invece a opere che condividono specificità formali o soggetti. Il progetto espositivo, meticolosamente studiato dalla scenografa francese Cécile Degos, trae ispirazione dall’iconica architettura interna del Musée d’Orsay che, combinata con la struttura spaziale del Map, crea un’esperienza immersiva in grado di evocare la sensazione di trovarsi all’interno dello stesso. Il tutto amplificato da un’immagine dell’emblematico orologio parigino presentata nell’atrio di ingresso.

«Paths to Modernity: Capolavori dal Museo d’Orsay di Parigi», che si inserisce nel palinsesto del Festival Croisements 2025 di Beijing (inaugurato l’8 aprile), è organizzata dal Museo d’Orsay e dal Museo d’Arte di Pudong, prodotta da Shanghai Lujiazui (Group) Co, sponsorizzata in esclusiva da Lancôme, con il sostegno del Consolato Generale di Francia a Shanghai.

Una veduta della mostra «Paths to Modernity: Capolavori dal Museo d’Orsay di Parigi» al Map-Museum of Art Pudong

Alessia De Michelis, 25 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Il Musée d’Orsay clonato in Cina | Alessia De Michelis

Il Musée d’Orsay clonato in Cina | Alessia De Michelis