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Franco Fanelli
Leggi i suoi articoliMarinetti voleva rivoluzionare il mondo, ma aveva qualche problema con l’emancipazione della donna, cui avrebbe al massimo concesso una «semi-uguaglianza» a patto che rinunciasse al «lusso» e alla «facilità erotica» con cui viveva, provocando così il «deprezzamento dell’amore» in «sentimentalismo o lussuria».
Che Boccioni considerasse «ripugnante e odiosa» la «continuità della fìgura greca, gotica e romana» (ne aveva per tutti) era fatto noto. Entrambi avevano qualche problema con l’ortografia, qui e là uccisa (ma preterintenzionalmente, temiamo) con l’aborrito «chiaro di luna» e con la sintassi. Sono aspetti che rivela la lettura di quattro manifesti scritti dal teorico del Futurismo e dall’artista che, morto nel 1916 per una caduta da cavallo, di quella stagione visse soltanto il primo, incandescente momento.
Un’incandescenza che, però, scalda ancora il cuore di Luca Violo, responsabile Media & Comunicazione della casa d’asta Wannenes, e che infiamma la prefazione che introduce alla ripubblicazione, da lui curata, di quei quattro preziosi documenti. L’attualità di testi come Uccidiamo il chiaro di luna! e Parole in libertà di Marinetti, e come La Scultura futurista e la prefazione al catalogo della Prima Esposizione di scultura futurista a Parigi di Boccioni, spiega Violo, è rimasta intatta.
Forse perché il «futuro», da qualche tempo, è incarnato in un presente in cui la velocità dei mutamenti è moltiplicata, un tempo che richiede all’uomo, così come all’inizio del XX secolo, la capacità di superare il quieto vivere e il «conosciuto» che voleva Marinetti. Violo ha alle spalle studi di storia dell’arte antica, alla scuola di Mina Gregori. Il che, probabilmente, gli consente di mantenere la fede in un’arte, nonostante i tempi di diffuso accademismo che stiamo attraversando, capace di «presentare una diversa realtà». Cosa che, con buona pace del Marinetti nemico del passato, unisce i greci ai futuristi.
Futuristiconardore,
a cura di Luca Violo, 100 pp., ill., New Press Edizioni, Como 2021, € 12

Il primo manifesto futurista pubblicato su «Le Figaro»
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