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Nella sala intitolata ad Arturo Nathan del Magazzino 26, una personale dell’artista che apre finestre su inedite dimensioni interiori e che invita lo spettatore a «perdersi e ritrovarsi simultaneamente in un caleidoscopio psichedelico»
- Mariella Rossi
- 23 giugno 2025
- 00’minuti di lettura


Carmelo Nino Trovato, «Mondi Astrali, Trittico N 8», 2025
I mondi astrali di Carmelo Nino Trovato
Nella sala intitolata ad Arturo Nathan del Magazzino 26, una personale dell’artista che apre finestre su inedite dimensioni interiori e che invita lo spettatore a «perdersi e ritrovarsi simultaneamente in un caleidoscopio psichedelico»
- Mariella Rossi
- 23 giugno 2025
- 00’minuti di lettura
Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliL’opera di Carmelo Nino Trovato approda nella Sala Nathan del Magazzino 26 al Porto Vecchio di Trieste, esposta fino al 3 agosto e curata da Sebastiano Daverio, figlio di Philippe Daverio (1949-2020), grande estimatore di questo artista e curatore di tre sue mostre personali. Il percorso espositivo «Mondi Astrali», organizzato dal Comune di Trieste, Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, ha al suo centro il nuovo ciclo pittorico che dà il titolo alla mostra e che viene esposto per la prima volta in questa occasione. È composto da una serie di trittici e dittici intrisi di visioni che aprono finestre su inedite dimensioni interiori e che invitano lo spettatore a «perdersi e ritrovarsi simultaneamente in un caleidoscopio psichedelico», racconta il curatore. I dittici, in particolare, suggeriscono una «sovrapposizione di stati, dove mondi paralleli, simili ma unici, si sfiorano senza mai collidere», aprendo a una riflessione sul «fremito di realtà alternative che ci circondano».
Lungo il filo rosso di uno sguardo visionario e spirituale, accanto a queste opere inedite, dipinte su acetato, è proposta ai visitatori una selezione dalla serie «Cristalli Silenti», in cui acque misteriose scorrono da una dimensione sotterranea, che allude alla coscienza, e appaiono come sorgenti all’interno di architetture mistiche. Anche le opere della serie «Acque Sognanti» conducono lo spettatore in atmosfere oniriche e contemplative. Il percorso prosegue poi con lavori meno recenti, anche di grandi dimensioni, come il dipinto del 2003 «Il sangue puro della Rosa», realizzato con la tecnica dell’acrilico su tela. Così il curatore vuole offrire una panoramica il più esaustiva possibile della poliedrica ricerca dell’artista, classe 1954, allievo prediletto di Alfredo Surian, discepolo a sua volta di Carlo Wostry. «Mi colpisce anche il fatto, spiega l’artista, che il destino mi abbia condotto a esporre nella sala dedicata ad Arturo Nathan (1891-1944), artista da me molto amato, maestro di Aligi Sassu (1912-2000) che mi onorò della sua amicizia, ormai tanti anni fa, quando mi diceva che la mia pittura gli rammentava quella di Nathan, il pittore di origine ebraica tragicamente scomparso in un campo di concentramento nazista».
Nella presentazione della personale che il Museo Revoltella di Trieste dedicò a Trovato negli anni ’90, Sassu scriveva: «Credo che non siano casuali i riscontri che nella sua pittura vi sono con un altro artista della sua terra, della sua città, che io ho conosciuto tanti anni fa: Arturo Nathan. Anche nelle opere di Nathan l’acqua e il mare, le navi e le rovine sono sempre presenti in una assorta solitudine con figure immote nella contemplazione della fonte primaria della vita: l’acqua, il mare». Si riferiva in particolare al ciclo delle «Acque Sognanti», ma le sue considerazioni appaiono adatte anche per gli ultimi «Mondi Astrali», silenti e per certi versi inquietanti. La mostra è accompagnata da un catalogo con un’introduzione alla mostra del curatore e un’antologia di testi sull’opera di Trovato, di Philippe Daverio, Guido Perocco, Paolo Portoghesi, Aligi Sassu e Marcello Venturoli.