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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliDopo 40 anni il grande «vulnus» urbano di Sant’Orsola, alle spalle del mercato di San Lorenzo, sarà finalmente sanato. Oggetto di laboratori condivisi con la cittadinanza, il complesso di origine trecentesca dalla singolare storia (monastero femminile con probabile tomba di Monna Lisa, Manifattura Tabacchi, asilo per esuli istriani e ventilata sede della Guardia di Finanza con conseguenti invasivi interventi) si trovava dagli anni Ottanta in uno stato di abbandono acuito dalle difficili condizioni strutturali, che avevano portato a incappottarlo con il cemento e a murarne le aperture su strada.
Il progetto di rigenerazione sarà curato dalla società francese Artea che ha ricevuto Sant’Orsola in gestione per 50 anni dalla Città Metropolitana di Firenze, cui si devono i lavori che dal 2018 stanno interessando (circa 4,5 milioni di euro) coperture, facciate, strutture interne e superstiti elementi storico-artistici.
L’investimento di Artea sarà di 31,5 milioni di euro (progetto di Carlo Bandini) per una superficie di 17mila metri quadrati. L’inizio dei lavori è previsto nella primavera-estate 2022. Oltre a una foresteria, il complesso ospiterà una scuola internazionale di alta formazione, probabilmente legata all’hôtellerie. Sulla Corte dell’Orologio si affacceranno negozi e atelier, su quella del Tabacco si apriranno spazi culturali, congressuali e ludoteca e la Corte della Spezieria sarà dedicata alla ristorazione.
Uno degli ambienti interni del complesso di Sant'Orsola a Firenze. Cortesia Daniela Tartaglia; foto tratta dal libro «Sant’Orsola. Fotografie di un monastero» (Crowdbooks, Livorno 2019)
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