Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Paul Troubetzkoy, «Giovanni Segantini», 1896, Verbania, Museo del Paesaggio

Photo © Francesco Lillo

Image

Paul Troubetzkoy, «Giovanni Segantini», 1896, Verbania, Museo del Paesaggio

Photo © Francesco Lillo

I bronzi di Paul Troubetzkoy si trasferiscono da Parigi a Milano

Dopo la tappa al Musée d’Orsay, le sculture dell’artista originario di Intra saranno al centro di una mostra alla Gam di Milano

Alessia De Michelis

Leggi i suoi articoli

Animali, ballerine, nativi americani, star di Hollywood: la retrospettiva «Paul Troubetzkoy. Lo Scultore della Belle Époque» si apre con la sorprendente varietà dei soggetti che hanno popolato l’immaginario dell’artista. 

Dopo la tappa parigina al Musée d’Orsay, in una coproduzione internazionale realizzata con il museo parigino e CMS.Cultura, con la collaborazione del Museo del Paesaggio di Verbania, custode di uno dei fondi più importanti dedicati allo scultore, la mostra approda alla Gam-Galleria d’Arte Moderna di Milano dal 27 febbraio al 28 giugno 2026, con la curatela di Omar Cucciniello, e riunisce 80 lavori tra sculture e dipinti, includendo ritratti celebri e prove sperimentali, alcune mai esposte in Italia. Tra i dipinti figura anche il ritratto dell’artista realizzato da Ilya Repin nel 1908 e l’iconico «Il conte Robert de Montesquiou» (1897) di Giovanni Boldini, posti in dialogo con i bronzi di Troubetzkoy. Accanto ai protagonisti della vita culturale del tempo (da Enrico Caruso a Giacomo Puccini, da Giovanni Segantini a Joaquín Sorolla) trovano spazio Mademoiselle Svirsky, celebre ballerina ritratta anche da Sorolla, e Lady Constance Stewart Richardson, dinamica figura proveniente dal Fine Arts Museum di San Francisco.

Il cuore dell’esposizione ricostruisce l’avventura internazionale di Troubetzkoy (Intra, 1866-Pallanza, 1938): dagli esordi milanesi, vicini agli ambienti scapigliati, alla consacrazione con la statua equestre dello zar Alessandro III a San Pietroburgo, fino agli anni parigini e ai successi americani. Scultore cosmopolita e figura carismatica, catturò con sorprendente immediatezza la vitalità dei suoi soggetti, lavorando dal vero senza disegni preparatori e modellando superfici vibranti, accostate spesso all’Impressionismo.

Tra i suoi ritratti più noti spicca quello di Lev Tolstoj, dal quale l’artista mutuò anche la scelta vegetariana. George Bernard Shaw lo definì «lo scultore più sorprendente dei tempi moderni», riconoscendone l’energia creativa e la modernità.

Paul Troubetzkoy, «M.lle Svirsky», 1909, Madrid, Museo Sorolla. Photo © Ministerio de Cultura, Susana Vicente Galende

Alessia De Michelis, 27 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

I bronzi di Paul Troubetzkoy si trasferiscono da Parigi a Milano | Alessia De Michelis

I bronzi di Paul Troubetzkoy si trasferiscono da Parigi a Milano | Alessia De Michelis