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Davide Landoni
Leggi i suoi articoliFino al 18 maggio 2025 è in programma a Palazzo Reale a Milano la mostra «George Hoyningen-Huene. Glamour e avanguardia». Curata da Susanna Brown, per oltre dodici anni curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra, l’esposizione si compone di oltre 100 fotografie, distribuite in 10 sezioni, con stampe al platino che esaltano lo stile elegante e sobrio del fotografo, oltre a sottolineare il suo uso innovativo delle tecniche di stampa e le influenze artistiche che ne segnarono il lavoro. É la stessa curatrice a raccontarci curiosità e approfondimenti sulla mostra, la prima assoluta in Italia dedicata all'artista. Un progetto reso possibile dalla collaborazione tra Palazzo Reale, CMS.Cultura e l’Archivio George Hoyningen-Huene (Stoccolma, Svezia).
Cosa rende unico George Hoyningen-Huene?
George Hoyningen-Huene è stato un pioniere nel campo della fotografia di moda. È entrato a far parte della rivista Vogue a metà degli anni '20 e dallo studio parigino ha creato immagini che hanno trasformato l'estetica di Vogue. Aveva una vasta conoscenza della storia dell'arte e della pittura, che influenzò il suo approccio alla fotografia: traeva ispirazione da epoche diverse, dal barocco al neoclassico e al surrealismo. Era unico nella sua capacità di creare, all'interno dei confini dello studio, scene che sembravano essere state scattate in spiaggia o in piscina, come ad esempio la sua famosa fotografia «Divers» del 1930, realizzata sul tetto dell'ufficio di Vogue a Parigi.
All'epoca era considerato più un artista o un fotografo di moda? Era interessato a definirsi in questo modo?
Nei primi anni di Vogue, i fotografi della rivista erano all'avanguardia nella pratica creativa. Tra questi pionieri figurano Hoyningen-Huene, Man Ray, Edward Steichen e Cecil Beaton. Hoyningen-Huene era stato assunto con un contratto da Vogue e, dato che riceveva uno stipendio regolare, penso che si sarebbe definito un fotografo di moda professionista. Tuttavia, il pubblico moderno lo considera un vero artista, qualcuno che possedeva una visione creativa audace e individuale e le cui opere sono oggi collezionate da gallerie d'arte e musei di tutto il mondo.Fu un mentore influente per numerosi fotografi in erba che avrebbero poi intrapreso carriere di successo, come Horst P. Horst e Lee Miller. Molto dedito al suo mestiere, Huene consigliava loro di produrre immagini «con l'idea che un giorno sarebbero state incluse in una collezione delle più grandi opere fotografiche del mondo».

George Hoyningen-Huene, Lee Miller and Agneta Fischer, 1932 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Il classicismo e il surrealismo entrarono nel mondo delle riviste: fu una transizione naturale o una rottura con il sistema?
All'inizio del XX secolo, il mondo dell'arte era strettamente legato al design e alla moda. I drappeggi e le proporzioni degli abiti dell'antica Grecia e dell'antico Impero Romano erano una fonte di ispirazione importante per stilisti come Alix (in seguito nota come Madame Grés) e Madeleine Vionnet. L'interesse di Hoyningen-Huene per l'arte classica si approfondì grazie alle sue visite ai siti storici in Grecia e le modelle che fotografò in questo periodo ricordano le statue classiche e le dee dell'antichità. Alla fine degli anni '20 e negli anni '30, surrealisti come Salvador Dalí e Jean Cocteau iniziarono a collaborare con stilisti come Gabrielle “Coco” Chanel ed Elsa Schiaparelli. Contribuirono anche con illustrazioni a Vogue e apprezzarono l'allineamento tra arte e commercio. Tuttavia, non si trattava di un'idea del tutto nuova, come spiegò lo stesso Dalí: «L'artista moderno dovrebbe partecipare a ogni tipo di attività extracurricolare. Michelangelo disegnò l'abito per le Guardie Svizzere del Papa. Fa tutto parte della propaganda dell'immaginazione…».
Questa è la prima mostra a lui dedicata in Italia. È così anche all'estero? Perché è ancora un artista da riscoprire?
È molto emozionante poter condividere il suo lavoro con un nuovo pubblico in Italia. A un secolo dall'inizio della carriera di Hoyningen-Huene, sembra il momento ideale per rivalutare la sua opera ed esplorare il suo ruolo significativo nella cultura visiva del XX secolo. Non solo eccelleva nella fotografia, ma ha anche contribuito alla storia delle prime pellicole a colori. Dopo essersi trasferito in California alla fine degli anni '40, Hoyningen-Huene ha collaborato con il regista George Cukor a una serie di importanti film hollywoodiani, tra cui «Heller In Pink Tights» (1960) con l'icona italiana Sophia Loren. Questo aspetto della sua carriera è esplorato nella sezione finale della mostra, in cui sono celebrati anche i suoi ritratti di star del cinema come Marlene Dietrich, Gary Cooper e Katharine Hepburn. La mostra combina fotografie storiche d'epoca, riviste dei primi anni e stampe platino palladio di grandi dimensioni. La tecnica della stampa platino palladio utilizza metalli più preziosi dell'oro e produce fotografie apprezzate per la loro permanenza e la ricca gamma tonale. Questo processo è stato utilizzato con effetti artistici da maestri come Alfred Stieglitz ed Edward Steichen intorno al 1900; negli anni '60, Irving Penn ha iniziato a sperimentare il platino palladio e altri hanno seguito il suo esempio. Questa stampa ha una superficie opaca e ricca, con tonalità che vanno dal nero vellutato al bianco delicato.

George Hoyningen-Huene, Divers, Horst and Lee Miller, Swimwear by Izodr, 1930 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Ci sono opere particolarmente significative in mostra?
La mostra è divisa in dieci sezioni tematiche che coprono gli esordi della carriera di Hoyningen-Huene negli anni '20 fino alla sua fine negli anni '60 e ogni sala include opere importanti dei vari capitoli della sua vita. Una delle mie sale preferite della mostra celebra i suoi primi lavori a Parigi, dove fotografava artisti internazionali dell'epoca, come Josephine Baker e i ballerini dei Ballets Russes, con costumi dell'influente artista italiano Giorgio de Chirico. Questa sala presenta anche filmati e musica di questo primo periodo della carriera di Huene, per evocare l'atmosfera scintillante della Parigi dell'età del jazz. Un'altra sezione della mostra mette in luce la vita delle modelle con cui ha collaborato. Quando Huene iniziò a dedicarsi alla fotografia, la professione di modella era ancora agli albori. Molte delle prime modelle professioniste a Parigi erano americane, tra cui Lee Miller, che divenne una delle apprendiste dello studio di Huene e in seguito una fotografa di grande successo. Catharina “Toto” Koopman era un'altra delle modelle preferite di Huene. Nata in Indonesia, frequentò la scuola nei Paesi Bassi, dove sviluppò un'attitudine per le lingue, acquisendo una padronanza del francese, del tedesco, dell'inglese e dell'italiano (che si sarebbe rivelata estremamente utile durante la seconda guerra mondiale, quando Koopman prestò servizio come spia per la Resistenza italiana). Huene si concentrava sulla creazione di un senso di elegante indipendenza nelle sue rappresentazioni di donne emancipate, affermando: «Quello che cercavo di far loro fare era essere libere e rilassate, naturali, con un corpo equilibrato, aggraziato e disinvolto». Considerava ogni modella come un individuo, commentando: «Le modelle sono donne, non personalità di alabastro».
Cosa rimane oggi del suo stile fotografico?
Hoyningen-Huene rappresenta un'epoca di raffinatezza e glamour senza pari e molti fotografi successivi hanno cercato di emulare il suo approccio alla fotografia in studio e la sua maestria nelle tecniche di illuminazione. La tecnologia fotografica è cambiata enormemente da quando Hoyningen-Huene era in vita: oggi è facile per chiunque scattare una fotografia. Ma durante la sua vita, la creazione di una fotografia di moda era un'impresa complessa che richiedeva la collaborazione di molte persone. Erano necessari diversi assistenti per manovrare le ingombranti attrezzature dello studio e regolare le calde luci al tungsteno. La natura fredda e immacolata delle immagini pubblicate da Huene nasconde lo sforzo fisico necessario per la loro realizzazione. La prima sala della mostra include alcune affascinanti immagini del dietro le quinte del fotografo al lavoro, che rivelano ai visitatori la complessità del suo lavoro.