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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliIn occasione della prossima Berlin Art Week, le gallerie Hauser & Wirth e Société uniranno le forze per una mostra collettiva su larga scala, allestita nello spazio espositivo di Société, situato nella parte occidentale della città. L'esposizione, in programma dall’11 settembre all'1 novembre 2025, vedrà protagonisti oltre 30 artisti, selezionati dai rispettivi roster delle due gallerie, in un dialogo inedito tra generazioni, linguaggi e pratiche artistiche. La mostra, intitolata «States of Being», nasce dall’amicizia e dalla stima reciproca tra Marc Payot, presidente di Hauser & Wirth, e Daniel Wichelhaus, fondatore e CEO di Société. L’obiettivo dichiarato è quello di avviare una conversazione transgenerazionale tra artisti storici e contemporanei, valorizzando affinità, divergenze e tensioni nel modo in cui l’identità, il corpo e l’azione sono rappresentati e decostruiti attraverso l’arte.
Tra gli artisti in mostra figurano nomi di rilievo come Louise Bourgeois, Rashid Johnson, Alina Szapocznikow e Lee Lozano, affiancati da autori più recenti come Lu Yang, Mika Rottenberg, Tina Braegger e Darren Bader. Hauser & Wirth presenterà anche una delle ultime opere realizzata dell’artista britannica Phyllida Barlow, scomparsa nel 2023, mentre Petra Cortright, vista a giugno ad Art Basel Unlimited, porterà un nuovo dipinto digitale su alluminio. «Daniel ed io siamo amici da molti anni e da tempo volevamo realizzare un progetto comune. Berlino ci è sembrata la cornice ideale per presentare insieme i nostri artisti», ha dichiarato Payot. Nonostante questa prima iniziativa congiunta nella capitale tedesca, Hauser & Wirth ha chiarito di non avere piani per aprire una sede permanente in città.
L'occasione rimane ghiotta per entrambe le realtà, con Société, fondata nel 2010, che dà un boost alla sua progressiva crescita affiancandosi a una delle gallerie più importanti e potenti al mondo. Dall'altra pare, Hauser & Wirth trova una finestra in città dove mostrarsi e sperimentare nuove forme di collaborazione. Seppur non rodate, si vedono sempre più situazioni di questo tipo, dove le realtà artistiche si spartiscono il rischio promuovendo progetti congiunti. E anche Berlino stessa aggiunge un capitolo alla sua graduale crescita nel sistema. Nonostante la capitale tedesca fatichi a consolidarsi nel panorama artistico europeo - per esempio, non ha una fiera ammiraglia - qualche buona novità si è vista e potrebbe generare effetti positivi. Su tutte, l'apertura di una sede di Pace Gallery nel 2024 e la riduzione dell’IVA sulle opere d’arte dal 19% al 7%.
«In concomitanza con il Gallery Weekend, la Berlin Art Week rappresenta il momento in cui il maggior numero di collezionisti europei visita la città», ha osservato Wichelhaus. «Inoltre, è cresciuto l’interesse da parte di un pubblico berlinese giovane, tra i 30 e i 50 anni, che si sta avvicinando con maggiore consapevolezza alla produzione culturale della propria generazione». «Questo progetto – ha concluso Wichelhaus – non è solo una mostra, ma il frutto di un dialogo profondo e continuo. Berlino è da sempre una città aperta alla sperimentazione e allo scambio: siamo felici di contribuire a questo spirito con una proposta che guarda al presente senza dimenticare le radici».
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