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Una veduta della tomba di Tutankhamon

Foto tratta da Wikipedia. Foto: EditorfromMars | CC BY SA 4.0

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Una veduta della tomba di Tutankhamon

Foto tratta da Wikipedia. Foto: EditorfromMars | CC BY SA 4.0

Grido d’allarme per la tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re: è a rischio crollo?

Uno studio del capo del Dipartimento di Conservazione Architettonica dell’Università del Cairo a Giza ha constatato una situazione preoccupante. Ma non tutti sono d’accordo

Gaspare Melchiorri

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Una delle perle dell’archeologia mondiale, la tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re in Egitto, verserebbe in condizioni allarmanti e rischierebbe di crollare se non vengono prese urgenti contromisure. Le manifestazioni più visibili delle condizioni del sito sarebbero le crepe nel soffitto, chiaramente visibili e in aumento, e le infestazioni fungine, che colpiscono le pareti affrescate. L’imputato maggiore sarebbero gli elevati livelli di umidità.

La denuncia giunge da uno studio del sito condotto da Sayed Hemeda, capo del Dipartimento di Conservazione Architettonica dell’Università del Cairo a Giza, in Egitto. «Le inondazioni improvvise causate dalle forti piogge dovute al cambiamento climatico contribuiscono in modo significativo all’innesco di movimenti lungo le faglie all’interno della Valle dei Re, in particolare la faglia prominente che attraversa la tomba di Tutankhamon ed è facilmente visibile nei soffitti dell'anticamera e della camera funeraria», ha scritto Hemeda in un rapporto sulla sua ricerca pubblicato sulla rivista «npj Heritage Science».

Un episodio improvviso di questo tipo di fenomeno meteorologico si è avuto nel 1994, quando un forte flusso di acqua ricca di sedimenti inondò molte delle tombe presenti nella Valle dei Re. Il sito della tomba di Tutankhamon consiste perlopiù in calcare poroso e scisto di Esna. «Quando lo scisto interagisce con l’umidità, si gonfia e può creare delle fratture nel terreno», riporta Hemeda nel suo studio. Questa instabilità interagirebbe con il carico del peso della massa di terreno che si trova sopra la tomba, esercitando un’enorme pressione sui soffitti e provocando delle crepe lungo la linea di faglia, che «permettono all’acqua piovana di infiltrarsi, mettendo in pericolo l’integrità strutturale della tomba e dei suoi dipinti murali interni», afferma lo studioso egiziano.

Secondo questa relazione, sarebbero già visibili danni strutturali sostanziali sulle pareti laterali della tomba, sui soffitti delle scale, della rampa e delle camere interne. «La presenza di rocce fragili sottoposte a sollecitazioni significative potrebbe provocare lo “scoppio” delle rocce (un improvviso rilascio di “energia di stress” accumulata), che può manifestarsi come un’esplosione improvvisa. […] La caduta di rocce dal soffitto è evidente e le crepe rimangono un problema persistente».

Il rapporto conclude che è necessario adottare misure per ridurre le fluttuazioni di umidità nella tomba e che «è necessario un programma mirato di rafforzamento e ristrutturazione».

Mohamed Atia Hawash, collega di Hemeda all’Università del Cairo, ha dichiarato a «Independent Arabia» (organo di informazioni arabo, versione araba del quotidiano inglese «The Independent»), che occorre intervenire ulteriormente per preservare la tomba di Tutankhamon prima che sia troppo tardi, ad esempio riducendo il carico sulla montagna sopra la tomba. «Abbiamo la capacità di monitorare i rischi scientificamente», ha affermato, «ma l’assenza di una cultura della prevenzione significa che reagiamo solo dopo che il disastro si è verificato».

Non tutti però sono d’accordo con queste preoccupazioni. Fonti del Consiglio Superiore delle Antichità tranquillizzano sulla reale situazione del sito, che non sarebbe così drammatica. E poi si fa notare, a proposito del suggerimento di ridurre il carico sui terreni sopra la tomba, che asportando del materiale da quella collina, si metterebbe a rischio la tomba di Ramesse VI, il cui ingresso si trova proprio sull’altura sovrastante il sepolcro di Tut. Un rimedio davvero impossibile da attuare.

Gaspare Melchiorri, 27 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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