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Il cortile di Palazzo Costabili, sede del Museo Archeologico Nazionale: è uno dei quattro istituti del nuovo Polo Museale di Ferrara

Foto Direzione generale Musei, Ministero della Cultura

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Il cortile di Palazzo Costabili, sede del Museo Archeologico Nazionale: è uno dei quattro istituti del nuovo Polo Museale di Ferrara

Foto Direzione generale Musei, Ministero della Cultura

Giorgio Cozzolino alla guida dei «fantastici quattro» del nuovo Polo Museale di Ferrara

Il polo istituito nel 2023, comprendente Pinacoteca Nazionale, Museo Archeologico Nazionale, Casa Romei e Casa Minerbi, entra finalmente nella fase di autonomia, ma per la piena operatività ancora si attende la nomina degli organi di amministrazione

Valeria Tassinari

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Dal 30 luglio scorso l’architetto Giorgio Cozzolino (Napoli, 1961), figura di lunga esperienza in ruoli dirigenziali al Ministero della Cultura, è il primo direttore dei Musei Nazionali di Ferrara, il nuovo Polo Museale che unisce la Pinacoteca Nazionale, il Museo Archeologico Nazionale, Casa Romei e Casa Minerbi, un patrimonio architettonico e museale eterogeneo e di grande rilevanza, al quale finalmente viene riconosciuta una autonomia gestionale. 

Con questa nomina, avvenuta attraverso l’interpello della Direzione Generale Risorse Umane e Organizzazione del Ministero della Cultura (procedura volta ad assegnare complessivamente 175 incarichi dirigenziali di seconda fascia in istituzioni di tutta Italia), inizia di fatto la storia del nuovo Polo Museale statale che, benché sia stato istituito nell’ottobre 2023, è rimasto fino a questo momento in attesa della necessaria riorganizzazione interna, e dei passaggi gestionali che ne consentiranno la piena operatività in autonomia. 

Per Cozzolino, che nella sua carriera ha ricoperto ruoli dirigenziali anche in Campania e nelle Marche, l’Emilia-Romagna è comunque la regione d’elezione, avendovi ricoperto diversi incarichi fin dal 1991. Una frequentazione che negli ultimi anni lo ha visto impegnato in ruoli di prestigio come quelli di soprintendente Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e di direttore regionale dei Musei, grazie ai quali aveva già acquisito buona conoscenza della realtà ferrarese. Ora il nuovo impegno per i Musei Nazionali di Ferrara si pone come la sfida a configurare il profilo di un’istituzione che, di fatto, nasce solo ora, sotto la sua guida.

Architetto Cozzolino, lei terrà a battesimo un nuovo polo museale la cui genesi è stata fortemente voluta nella città di Ferrara ed è da tempo è attesa come una svolta per il rilancio dell’offerta museale della città estense. Come ne immagina il profilo e che cosa la attrae maggiormente di questo nuovo incarico?
Dal mio primo incarico a Ravenna nel 1991, a varie riprese ho lavorato in questa regione per oltre vent’anni, è un territorio che amo e che conosco, e sono orgoglioso di poter concludere qui la mia carriera istituzionale, in un luogo di grande rilevanza storico-artistica e architettonica come Ferrara. I quattro musei del polo ferrarese sono tutti luoghi straordinari, per il valore delle collezioni e per il pregio delle loro sedi architettoniche, che sono tutte storiche: la Pinacoteca Nazionale, che è già stata riallestita con grande cura, ha una raccolta di prima importanza per comprendere il contesto della cultura figurativa ferrarese e non solo; Casa Romei, oggi oggetto di un delicato intervento di restauro architettonico, è una dimora storica di grande fascino e una sede ideale per attività culturali temporanee aperte al pubblico; il Museo Archeologico, ospitato nel bellissimo Palazzo Costabili, anch’esso in questo momento oggetto di lavori di potenziamento, avrà presto una nuova caffetteria e potremo ampliare la fruibilità del suo suggestivo giardino rinascimentale; Casa Minerbi presenta un ampio ciclo di affreschi trecenteschi davvero unici. Insomma, si tratta di un patrimonio eterogeneo e prezioso. L’idea di prospettiva è quella di unificare la visione per dare risalto e centralità alla storia e alla cultura cittadina, e sarà questo il legante, la cifra identitaria del Polo Museale, ponendolo a rinforzo di quella città straordinaria che è Ferrara, Patrimonio Unesco come città del Rinascimento.  

Quali saranno le prime iniziative e le prime proposte operative?
Mi pare importante sottolineare che la prima fase del mio lavoro come direttore potrebbe non avere una visibilità significativa agli occhi del pubblico, ma si tratta tuttavia di una transizione fondamentale. Il Polo Museale, che pure è stato istituito da quasi due anni, non avendo avuto dirigenti dedicati fino a questo momento non ha di fatto beneficiato di una vera autonomia progettuale e gestionale rispetto a Modena (Gallerie Estensi) e Bologna (Direzione Regionale del Musei). Ora, con la nomina del direttore, il passaggio a questa nuova realtà comporta un cambiamento di prospettiva che a un visitatore potrebbe apparire irrilevante, ma che cambia la configurazione del Polo, in quanto gli si riconosce centralità identitaria. Ma non nascondo che ci sono ancora molte difficoltà. In sostanza al momento non ho ancora «pieni poteri» perché siamo in attesa della nomina del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti, organi senza i quali non è possibile operare e ridefinire gli aspetti gestionali, a partire dal riassetto del personale e dai bilanci. Credo comunque che il pubblico vada informato, non solo delle belle idee progettuali, ma anche delle difficoltà che le istituzioni devono affrontare. La nostra situazione è comune a molti musei, e siccome tutto parte a livello centrale, ministeriale, i tempi potrebbero essere lunghi. Confido in una soluzione entro la fine dell’anno, realisticamente forse nei primi mesi del 2026, e per questo adesso è difficile ipotizzare un cronoprogramma. 

Nel frattempo la sua presenza in città le consentirà di aprire un dialogo con le altre istituzioni e gli altri attori sulla scena culturale, pensa alla creazione di una rete?
Certamente sarà fondamentale mantenere e rafforzare la collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte, con la quale condividiamo la sede di Palazzo dei Diamanti, e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara. Incentiviamo i progetti di collaborazione per la ricerca con le Università (penso ad esempio a Frame LAB dell’Università di Bologna per le competenze digitali e alla Facoltà di Architettura di Ferrara, ma anche a tutte le discipline di area umanistica) e attiveremo percorsi con il Fai-Fondo per l’Ambiente italiano, che in città ha una lunga tradizione di operatività. Inoltre mi impegnerò personalmente a cercare di attivare una relazione sinergica con le realtà produttive del territorio, il privato è fondamentale nella gestione di forme di valorizzazione che possono richiamare dialoghi e relazioni con altre opere, anche di proprietà privata. Per aumentare l’attrattività e incoraggiare il pubblico a fruire pienamente della nostra offerta lavoreremo su tariffe, abbonamenti annuali per «fidelizzare» i visitatori e un biglietto unificato che valga per più giorni da offrire ai turisti. Ma la sfida centrale per me è anche quella di intercettare un pubblico più giovane, introducendo le nuove tecnologie e proponendo nuovi codici di comunicazione. Ferrara è una città universitaria, e anche in questo ci metteremo alla prova.  

Giorgio Cozzolino

Valeria Tassinari, 14 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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