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Lo stand di White Cube a Frieze Seoul 2025

Photo @ White Cube - Alex Burdiak

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Lo stand di White Cube a Frieze Seoul 2025

Photo @ White Cube - Alex Burdiak

Frieze Seoul si consolida

Frieze e Kiaf 2025 confermano la resilienza del sistema coreano: meno frenesia, più qualità, collezionismo maturo e una scena istituzionale in grande fermento

 

 

 

 

Elisa Carollo

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Per chi ha frequentato la settimana dell’arte di Seul dall’arrivo di Frieze nel 2022, il cambiamento quest’anno è stato evidente. L’opening VIP congiunto di Frieze e Kiaf, mercoledì 3 settembre, non ha visto le consuete code né i corridoi gremiti delle prime edizioni, ma un’atmosfera più contenuta e presentazioni mirate, calibrate sui gusti dei collezionisti locali e sui nuovi ritmi di acquisto. A restare intatto è stato però il livello delle mostre istituzionali, con una presenza di curatori e direttori di museo particolarmente nutrita e attiva anche in fiera.
Tre anni fa Frieze era approdata a Seul proprio durante il boom del mercato coreano, ma da allora lo slancio si è affievolito: nel 2023 il mercato si è contratto del 15%. Ora i visitatori internazionali - anche dall’area Asia-Pacifico - sono stati meno numerosi, e i collezionisti coreani hanno adottato un approccio più prudente, lasciandosi alle spalle l’euforia post-pandemica. Dopo un anno segnato dalla destituzione del presidente Yoon Suk-yeol in seguito al tentativo di imporre la legge marziale, e da un’economia ancora appesantita dai dazi USA, le scelte d’acquisto privilegiano oggi i blue chip e i nomi consolidati. Ciò non ha impedito alle mega-gallerie di chiudere vendite a sei e sette cifre, anche se talvolta più vicine a performance curate che a transazioni spontanee. In generale, chi ha investito anni nel costruire relazioni in Corea del Sud, così come i dealer locali, continua a ottenere risultati. Per i nuovi arrivati, invece, il mercato coreano può sembrare simile ad una «festa in chiusura», quando la musica è già finita. In generale, però, chi ha investito in questi anni per costruire solide relazioni e apprezzamento del proprio programma in Corea del Sud, così come gli operatori locali nuovi e consolidati, continua a raccogliere risultati. Per i nuovi arrivati, invece, il mercato può sembrare una festa ormai in chiusura.

Mazzoleni, presente fin dalla prima edizione, ha capitalizzato rapporti consolidati presentando uno stand dall’atmosfera futuristica che esprimeva una certa fierezza nei confronti dei capolavori dell’arte italiana dal secondo dopoguerra a oggi: Bonalumi, Castellani, Pistoletto e Salvo, quest’ultimo amatissimo dal pubblico coreano. «Siamo molto soddisfatti dell’energia e dell’interesse che collezionisti e comunità artistica hanno mostrato verso i nostri artisti», ha commentato Luigi Mazzoleni, confermaci vendite in linea con l’andamento generale del mercato globale.

 

Lo stand di Mazzoleni a Frieze Seoul. © Mark Blower. Courtesy Mazzoleni

Soddisfazione anche per MASSIMODECARLO, che pur notando un cambio di ritmo rispetto agli anni passati, ha registrato vendite fin dal primo giorno grazie ai legami con i collezionisti locali e all’apertura del nuovo salon a Seul lo scorso anno. «Abbiamo avuto una prima giornata intensa, con conversazioni promettenti con la maggior parte dei clienti locali e ospiti da Giappone, Cina e Sud-est asiatico», ha commentato Claudia Albertini, senior director della galleria a Hong Kong, sottolineando la presenza rafforzata di curatori, probabilmente stimolata dalle mostre inaugurate in città. Le vendite hanno incluso una scultura in perla rosa di Paola Pivi (range tra i 20mila e i 40mila dollari), una piccola scatola lignea di Dominique Fung (tra i 20mila e i 30mila dollari), un dipinto di Lily Stockman (tra i 50mila e i 100mila dollari) e un’opera della giovane astrattista coreana Hejum Bä (tra i 20mila e i 30mila dollari).

Tra le transazioni di maggiore rilievo, Hauser & Wirth ha venduto nel primo giorno un’opera da 4,5 milioni di dollari di Mark Bradford, in coincidenza con la sua grande mostra da Amorepacific e un George Condo per 1,2 milioni di dollari. Sempre nelle prime ore, la galleria ha ceduto due opere di Lee Bul - new entry nel roster, al centro di una retrospettiva al Leeum Museum di Samsung - acquisite da una fondazione asiatica per 400mila e 300mila dollari. Nella stessa giornata sono state piazzate opere di Rashid Johnson (750mila dollari), Avery Singer (475mila dollari), Angel Otero (285mila dollari), oltre a lavori di Rita Ackermann, Cathy Josefowitz, Jeffrey Gibson e due sculture di Louise Bourgeois (950mila dollari e 600mila dollari), in parallelo alla sua mostra al The Hoam Museum of Art di Yongin.

Installation view dello stand di Hauser & Wirth a Frieze Seoul 2025. Courtesy of Hauser & Wirth

Antony Gormley era tra gli artisti più presenti, con più opere sia a Frieze che a Kiaf. Già popolare tra i collezionisti coreani e asiatici, la sua visibilità regionale è stata rafforzata da una doppia mostra da Thaddaeus Ropac e White Cube, oltre all’esposizione al Museum SAN di Wonju (fino al 30 novembre). White Cube ha registrato la vendita di una scultura per 250mila dollari, mentre Ropac ha ceduto un’opera su carta per 25mila dollari. Entrambe le gallerie hanno inoltre venduto dipinti di Georg Baselitz sopra il milione (rispettivamente per 1,8 e 1,3 milioni). In vista dell’apertura della nuova sede a Milano, Ropac ha fatto leva sulla propria presenza ormai consolidata in Corea, piazzando opere di Martha Jungwirth (340mila dollari e 60mila dollari), Alex Katz (900mila dollari) e Tom Sachs, quest’ultimo in mostra al Dongdaemun Design Plaza (DDP), oltre ad altri lavori. White Cube ha aggiunto alle vendite un bronzo di Tracey Emin (220mila dollari) e una tela di Zhou Li (55mila dollari). Il francese Kamel Mennour ha festeggiato le rapide vendite di un Lee Ufan (600mila dollari), un Ugo Rondinone (200mila dollari) e di artisti da lui lanciati a livello internazionale, come Petrit Halilaj (35mila dollari) e Alicja Kwade (90mila dollari), con una serata in barca.

 

Takashi Murakami nello stand di Gagosian. Photo: Elisa Carollo

Anche le gallerie internazionali di lunga esperienza a Seul hanno registrato risultati positivi: Lehmann Maupin ha venduto opere di Liza Lou (range tra 240mila e 260mila dollari), Hernan Bas (225mila dollari), David Salle (130mila dollari-170mila dollari), oltre a lavori dei coreani Do Ho Suh, Kim Yun Shin e Sung Neung Kyung. Secondo la partner Emma Son, la scena di Seul mostra segni di risveglio, sostenuta dal ruolo di Frieze nel consolidare la città come hub globale.

Gladstone Gallery ha collocato lavori di Ugo Rondinone (in mostra anche in galleria, con prezzi con range tra 70mila-100mila dollari), Maureen Gallace (100mila dollari ciascuno), Rachel Rose (55mila dollari), Gillian Carnegie (50mila dollari), George Condo (range tra 20mila dollari e 100mila dollari) e David Rappeneau (range tra 16.500-32mila dollari). Pace ha riportato vendite di nuovi dipinti di Pam Evelyn (85mila dollari) e Kylie Manning (40mila dollari), già protagonista di una mostra allo Space K.

Anche i dealer storici coreani hanno avuto un avvio solido. Il più delle volte presenti sia a Kiaf che a Frieze, molti galleristi locali hanno investito più sulla prima quest’anno in termini di presentazioni, valorizzando i nomi di punta e lasciando il contemporaneo a Frieze. Kukje Gallery ha venduto 15 opere in apertura, tra cui un dipinto di Ha Chong-Hyun (range tra 230dollari-276mila dollari), lavori di Kibong Rhee (range tra 90mila -108mila dollari), un’opera su carta di Gala Porras-Kim (range tra 60mila-72mila dollari), un pezzo di Kyungah Ham (range tra 45mila-54mila dollari), due lavori di Kim Yun Shin, due collage di Heejoon Lee e un dipinto di Ahn Kyuchul, oltre a un’opera di Jang Pa. Sul fronte internazionale, ha ceduto una scultura di Jean-Michel Othoniel (range tra 135mila dollari-162mila dollari), un’opera di Jenny Holzer (range tra 400mila - 480mila dollari) e due lavori in tessuto di Louise Bourgeois (100mila-120mila dollari). A Kiaf, la galleria ha fatto sold-out di Ugo Rondinone, un’iconica opera verde di Kapoor (550mila-660mila dollari) e un lavoro tardo di Park Seo-Bo (range tra 250mila-300mila dollari).

Gallery Hyundai ha venduto Chung Sang-Hwa (circa 600mila dollari) e John Pai (circa 300 600mila dollari). BHAK Gallery ha presentato opere storiche, tra cui due lavori multimediali di Nam June Paik e due dipinti di Kim Tschang-Yeul. Tornata a Frieze, Tina Kim ha chiuso vendite importanti già dal primo giorno: un Kim Tschang-Yeul (350mila dollari), un Ha Chong-Hyun (390mila dollari), un Pacita Abad (35mila), una scultura di Suki Seokyeong Kang (17mila dollari) e un dipinto di Kang Seok Ho (60mila dollari). A Kiaf, Johyun Gallery ha puntato su Lee Bae e Park Seo-Bo, registrando vendite immediate, mentre Gana Art ha esposto blue-chip come Alex Katz, Chiharu Shiota e Yayoi Kusama.

 

Christine Tien Wang’s «BDSM (Bitcoin Daddies Seek Memes)» da PTT Space nella sezione Focus Asia di Frieze Seoul. Courtesy PTT Space

Risultati rilevanti anche nella fascia media e emergente: Lindseed di Shanghai ha fatto sold-out nella preview di Focus Asia con le opere di Fu Liang (6.500-34mila dollari), e Kiang Malingue ha venduto tutte le opere del taiwanese Tseng Chien Ying (15mila-25mila dollari). Cylinder, giovane galleria coreana, ha debuttato a Frieze con buoni risultati e ora punta a Frieze London con un solo booth di Rim Park. Hive Contemporary ha registrato quasi il tutto esaurito con 18 dipinti e una scultura (range tra 20mila-100mila dollari). Alla sua quinta partecipazione a Kiaf, KORNFELD di Berlino aveva già collocato in VIP preview opere di Wonhae Hwang e Seong Joon Hong (10mila dollari) e un’importante opera di Etsu Egami (22mila dollari). La milanese Cassina Projects ha registrato un avvio incoraggiante, con grande interesse e numerosi contatti già nella giornata inaugurale, e vendite in linea con le edizioni precedenti, finalizzando le diverse trattative negli ultimi giorni.

L’estetica pop e le fasce di prezzo più accessibili sembrano essere state la formula vincente per mantenere alta l’energia di Kiaf. Gallery Delaive ha venduto un gruppo di opere di Ayako Rokkaku (50mila-200mila dollari) mente galleria di Seul EM Gallery ha catalizzato l’attenzione con Moonassi, artista coreano noto per le sue composizioni cartoonistiche esistenziali in bianco e nero. Le opere, proposte a un prezzo compreso tra 20mila e 32mila dollari, sono andate sold out: il lavoro di Moonassi resta molto richiesto fin dalla sua ultima presentazione, spesso con liste d’attesa.

Kiaf Seoul 2025

Ma la vera sorpresa è stata l’eccezione dell’opera più antica mai presentata a Kiaf: un Palma il Vecchio (1525-1528), esposto da Die Galerie insieme a Marino Marini e Picasso. La tela, parte della collezione privata del gallerista e originariamente appartenuta a un nobile ungherese, ha attirato l’attenzione con un prezzo di 750mila dollari, distinguendosi tra le proposte moderne e contemporanee.

Secondo Eunice Jung, direttrice di Kiaf come fiera ma anche associazione delle gallerie coreane, la scena dell’arte in Corea non è immune dalle pressioni economiche globali. Nonostante ciò, la settimana appena conclusa conferma la sua resilienza: «Collezionare in Corea non è più percepito come un privilegio per pochi, ma come una scelta di vita e una forma di espressione personale, soprattutto tra le nuove generazioni». Per Jung, questo più ampio cambiamento culturale rafforza la fiducia nella traiettoria a lungo termine del sistema coreano dell’arte, ancora ampiamente sostenuto da fondi pubblici, acquisizioni museali e grandi aziende impegnate in mecenatismo e collezionismo.

L'opera più antica esposta quest'anno al Kiaf è stato un dipinto di Palma Il Vecchio risalente al 1525-1528, presentato da Die Galerie. Courtesy Die Galerie

Elisa Carollo, 08 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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