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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliCalo in Francia, dopo anni di crescita. Effetto degli attentati o della crisi economica?
Dopo anni di crescita costante, il 2015 ha segnato una battuta d’arresto per i musei francesi. A Parigi, e nella sua regione, la frequentazione dei musei ha registrato un calo del 5%. I due attentati terroristici, di gennaio e novembre, non hanno aiutato il turismo (molti stranieri hanno annullato le vacanze di Natale nella capitale, uno dei periodi di grande affluenza per i musei), né favorito le uscite (sono stati colpiti anche i teatri, i cinema, le sale di concerti).
Dopo gli attacchi di novembre tutti i musei parigini sono stati letteralmente disertati (-50% a Natale per il Centre Pompidou, per esempio) e le visite scolastiche sono state annullate. I controlli all’ingresso sono stati rinforzati, forse scoraggiando i visitatori anche per le file d’attesa più lunghe.
Ecco qualche numero. A Parigi, il Louvre resta il museo più visitato al mondo ma scende a 8,7 milioni di visitatori, mentre erano 9,3 nel 2014 (-6%). Rispetto al 2014, il Beaubourg ha registrato -11% (nonostante la mostra «Jeff Koons»: record di visitatori, 650mila, per un artista ancora in vita), il Quai Branly -7%, le Galeries nationales du Grand Palais -6%, il Musée de l’Armée degli Invalides -7,5%, il musée de Cluny -13%. Meno visitatori anche alla reggia di Versailles (-4%) e al castello di Fontainebleau (-9%).
Tra i grandi musei nazionali parigini, il Musée d’Orsay è quello che esce meglio da questo anno «buio», registrando una frequentazione quasi stabile: i visitatori sono stati 3.440.000 nel 2015, erano stati 3.480.609 nel 2014. L’effetto «attentati» si è risentito su alcuni monumenti storici tra i più visitati, come la Sainte-Chapelle (-15%) e la Tour Eiffel (-2,5%).
Tra i 14 musei municipali, in cui rientrano il Carnavalet, il Petit Palais, il Galliera e il Cernuschi, solo il Musée d’art moderne de la ville de Paris è stato in crescita, +13,64%. La politica di esposizioni temporanee deve aver giocato la sua parte. Il successo del Mamvp si deve senza dubbio a una mostra originale come «Warhol Unlimited», che chiude il 7 febbraio. E mostre «popolari» come «Bonnard» (più di 550mila visitatori») e «Splendori e miserie delle cortigiane» (che dovrebbe superare i 410mila visitatori) hanno certamente aiutato il d’Orsay. In confronto, le mostre «esigenti» del Louvre come «Poussin e Dio» e «Una breve storia del futuro» hanno richiamato rispettivamente 136mila e 114mila visitatori. Mentre «Velázquez», che il Louvre ha organizzato per il Grand Palais, ha attirato 479mila visitatori. Quanto al Beaubourg, il numero di visitatori era già sceso nel 2014 (-7%). Forse risente della concorrenza della Fondation Vuitton (aperta nel 2014) e dello stesso Mamvp. Per spiegare queste tendenze non bastano probabilmente gli attentati. Si stanno ripercuotendo sui musei gli effetti della crisi economica?
Il dato negativo, anche se non raggiunge il livello dei musei parigini, si conferma anche in molte istituzioni del resto della Francia. A Marsiglia, il Mucem ha accolto nel 2015 1,5 milioni di visitatori (di cui però «solo» 539mila negli spazi a pagamento), mentre erano stati più di 2 milioni nel 2014. Il Centre Pompidou-Metz, già in crisi, ha vissuto il suo anno peggiore dall’apertura (nel 2010) con 320mila visitatori contro 350mila nel 2014. La filiale del Louvre di Lens, nel Nord, passa da 530mila visitatori nel 2014 a 400mila nel 2015. Parte invece piuttosto bene il nuovo Musée des Confluences di Lione che, aperto il 20 dicembre 2014, si è giovato dell’effetto novità: un anno dopo, sono stati staccati 850mila biglietti.
I francesi inoltre restano affezionati a certi appuntamenti culturali annui come le Giornate europee del patrimonio (che nel 2015 si sono tenute il 19 e 20 settembre), con l’apertura gratuita di 17mila siti in tutto il Paese. Circa 12 milioni di persone vi hanno participato anche nel 2015. E l’undicesima Nuit des musées, il 16 maggio, con l’apertura gratis di 1.270 musei in tutta la Francia, ha attirato più di 2 milioni di visitatori.
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