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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliSessantatré opere dai primi di settembre portano a compimento il percorso museale al pianoterra delle Gallerie dell’Accademia. Protagonisti: capolavori pittorici del Sei e Settecento d’ambito veneto e veneziano, molti dei quali esposti per la prima volta e appositamente restaurati grazie al sostegno di Venetian Heritage (che ha finanziato anche l’intero allestimento), Ministero della Cultura, Intesa Sanpaolo e Borsa Italiana.
Delle due nuove sale una è riservata a opere seicentesche provenienti da chiese veneziane tra le quali spiccano la «Deposizione di Cristo dalla Croce» (un tempo a Santa Maria del Pianto) del napoletano Luca Giordano, la «Parabola delle Vergini sagge e delle Vergini stolte» del Padovanino (dalla scomparsa Chiesa dell’Ospedale degli Incurabili), con una scelta allestititiva a soffitto che permette di ammirarne l’originaria prospettiva, e la recente acquisizione dell’inedita «Strage degli Innocenti» di Sebastiano Mazzoni.
Nell’altra sala, dedicata ai lavori settecenteschi, di straordinario impatto è «Il Castigo dei Serpenti» di Giambattista Tiepolo con i suoi 13 metri di lunghezza (tra le opere sottoposte ad accurato restauro), accanto ad altri lavori tiepoleschi. Arricchiscono il percorso capolavori di Pietro Longhi, Gianantonio Guardi («Erminia e Vafrino scoprono Tancredi ferito»), Giulia Lama («Giuditta e Oloferne»). Un punto d’arrivo che consente al visitatore una più coerente fruizione del percorso di visita al piano terra del museo veneziano (attraverso i secoli XVII e XVIII) e valorizzato dal progetto illuminotecnico a led firmato iGuzzini.

«Il Castigo dei Serpenti» (1730 ca) di Giambattista Tiepolo durante una fase dei lavori di restauro © Matteo De Fina
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