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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliL’Aquila. Nel decennale del terremoto nell’aquilano sono tornate al culto due chiese dagli interni integralmente decorati da spettacolari cicli d’affresco dai cromatismi bruni, rosati, ocra, bianchi, testimonianze di una fervida cultura figurativa gotico-bizantina nell’Appennino: a Fossa ha riaperto Santa Maria ad Cryptas, nel borgo montano di Rocca di Cambio l’Abbazia di Santa Lucia.
I restauri si sono svolti sotto l’egida del Segretariato Regionale dei Beni culturali. Per il recupero architettonico hanno diretto i lavori Franco De Vitis a Fossa (costruito dai benedettini su un pendio, l’edificio ha sempre avuto problemi di staticità), Marcello Marchetti prima e Paolo Mascilli Migliorini poi a Rocca di Cambio.
Santa Maria ad Cryptas dispiega affreschi in stile bizantino-cassinese di fine Duecento sulla Genesi e sul Giudizio Universale, cui seguono un ciclo trecentesco di scuola toscano-umbra, un’Annunciazione del 1486, un’edicola cinquecentesca.
Come avverte la storica dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio abruzzese Anna Colangelo, responsabile dei restauri degli apparati decorativi nelle due chiese, qui l’intervento non è completato ma copre almeno il 60% della superficie pittorica.
Confidando che sia concluso entro un anno e mezzo, la storica dell’arte ricorda come gli interventi d’emergenza, dalla messa in sicurezza alla velinatura al recupero e numerazione dei frammenti pittorici, iniziarono subito dopo il sisma: a fronte dello «scollamento e della mancata adesione di tutti i cicli» il consolidamento della superficie pittorica, avverte, è stato «capillare, è andato in profondità» e i restauratori hanno seguito l’assodata tecnica dell’integrazione pittorica.

Uno scorcio degli interni di Santa Maria ad Cryptas. Foto Segretariato Regionale Mibac per l’Abruzzo
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