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Diario da Panorama Pozzuoli | Nuove tappe tra antico e contemporaneo

Colazioni d’artista, passeggiate nel Rione Terra, itinerari nei Campi Flegrei e fino a Napoli, mostre, visite guidate e performance e il canto di La Niña a chiudere la giornata

Diversa la temperatura, non solo meteorologica, della seconda giornata di Panorama Pozzuoli. L’aria tersa lascia emergere la prepotente bellezza di un panorama che mozza il fiato anche a chi da sempre ha negli occhi l’avvolgente abbraccio di un golfo che va da Nisida a Capo Miseno (che prende il nome dal trombettiere troiano alleato di Enea), con l’isola di Capri che fa da fondale, mentre, alle spalle del mare blu una natura fertile e rigogliosa si arrampica su lievi pendenze.

Distanti dal ritmo frenetico dell’opening, si inizia alle 10 davanti a un buon caffè, al bar «Il grottino», come qui tradizione vuole. E il primo appuntamento è, infatti, la Colazione d’artista, in collaborazione con Fondazione Morra Greco, «per parlare di arte e di altro» con Chiara Parisi e Marie Denis (Bourg-Saint-Andéol, Francia, 1972), il cui lavoro «La Forêt de Rouleaux-Divination» (2025), installato nell’ipogeo di Rione Terra, è una poetica, intima e sinestetica visione della natura. Assieme alla mostra, sempre visitabile dalle 11 alle 20, accompagnati, se si vuole, dalla voce narrante degli studenti del Liceo Virgilio e del Liceo Artistico Majorana di Pozzuoli, presenti accanto alle opere con la sapiente guida degli operatori dell’organizzazione non profit Aporema (riconoscibili tutti per il garbo e l’entusiasmo dell’approccio, ma anche perché indossano t-shirt disegnate, come le bag, da Maurizio Cattelan), anche la proiezione di film e documentari che raccontano il territorio e la speciale passeggiata per le strade di Rione Terra con una storica guida del posto, Maestro Antonio, custode di aneddoti, storie e tradizioni, nomi e «contro nomi» (soprannomi delle persone che abitavano lì) del rione, ante e post sgombero del 1970, offrendo un inedito e inaspettato attraversamento socio-antropologico, da cui si esce commossi ed emozionati.

Un’altra passeggiata culturale è quella offerta dall’Aporema all’Antro della Sibilla, Parco Archeologico di Cuma (per entrambe: tutti i giorni alle 12 o alle 17). Emozionante la chiusura della giornata con La Niña unplugged, una performance cantata, suonata e parlata durante la quale La Niña, moderata da Giorgio Verdelli, ha raccontato il legame con la sua terra di origine, incantando con un mix di sonorità tra tradizione e contemporaneità il pubblico che è accorso numeroso per accogliere una figlia talentuosa di questo territorio.

Il bel sole di ieri ha consentito anche di apprezzare le connessioni ulteriori tra mito, storia e bellezza che la curatela di Chiara Parisi ha voluto estendere oltre i confini di Panorama Pozzuoli. Arcipelago Panorama è un percorso alla scoperta di luoghi della cultura e del paesaggio, siti Unesco, musei e spazi di interesse dei Campi Flegrei, ma anche di Napoli e oltre. 

Innanzitutto, rimanendo a Rione Terra, merita una vista il Museo Diocesano di Pozzuoli-Palazzo Vescovile, che raccoglie numerosi oggetti d’arte provenienti dalla Cattedrale, come le tele di Artemisia Gentileschi, e dalle chiese del centro storico di Pozzuoli; mentre via San Procolo 19 Memorie appese a un filo LUX in FABULA allestisce un progetto d’archivio dedicato ai giorni convulsi dello sgombero del Rione Terra, avvenuto tra il 2 e 8 marzo 1970. 

Continuando nell’area flegrea, si va alla scoperta delle meraviglie che custodisce il Parco Archeologico Campi Flegrei con il Lago d’Averno, mitico ingresso all’Ade; il Tempio di Serapide (che è in realtà un «macellum»), accanto al porto di Pozzuoli; il panoramicissimo Museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello Aragonese di Baia; il Parco archeologico delle Terme di Baia; il Parco archeologico sommerso di Baia, la cosiddetta «Pompei sommersa», il più grande giacimento archeologico subacqueo al mondo; la Piscina Mirabilis, cisterna voluta da Augusto per raccogliere le acque provenienti dall’acquedotto del Serino; e la Solfatara vista da un punto panoramico.

Ma le connessioni arrivano fino all’altro vulcano, il Vesuvio, con la mostra la mostra «Pompeii Threnody» di Cerith Wyn Evans, curata da Andrea Viliani con Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo nell’ambito del programma «Pompeii Commitment. Materie archeologiche» all’Antiquarium di Boscoreale; e fino a Napoli, dove «Arcipelago Panorama» suggerisce una visita al Museo e Real Bosco di Capodimonte e alla Chiesa di San Gennaro all’interno del Real Bosco, progettata da Ferdinando Sanfelice e nella quale nel 2020 è intervenuto l’architetto Santiago Calatrava (per la chiesa: visita sabato 13 alle 11 con prenotazione obbligatoria); la Fondazione Morra Greco, che mercoledì 10 settembre ha inaugurato «Opere su carta dalla / Works on paper from the Collezione Fondazione Morra Greco. Atto I. ti attende il filo spinato, la vespa, la vipera, il nichel» a cura di Giulia Pollicita; la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee-museo Madre con visite guidate alla mostra «Euforia Tomaso Binga», curata da Eva Fabbris (le prossime sabato 13 alle 12 e domenica 14 alle 16 su prenotazione), artista alla quale sabato verrà conferito il premio Italics d’Oro

Olga Scotto di Vettimo, 12 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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Il racconto del primo giorno della rassegna diffusa (10-14 settembre), curata da Chiara Parisi e ideata da Italics, si snoda dal Rione Terra all’Anfiteatro Flavio fino a Cuma: un percorso tra installazioni, opere antiche e interventi site-specific, accompagnato dal sostegno di Regione, Comune, Parco Archeologico, Curia e UNESCO e dalla partecipazione di 45 gallerie e 47 artisti

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