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L’immagine dell’home page del database dei Musei italiani (particolare)

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L’immagine dell’home page del database dei Musei italiani (particolare)

Database online e il Libro Bianco dei musei statali: la cultura come volano dell’economia

Numeri record per i musei italiani dal 1996 al 2024 nei dati presentati da MondoMostre con l’Università Roma Tre. In attesa dell’anagrafe digitale statale, della banca dati europea e di una geopolitica delle mostre

Letizia Riccio

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Un miliardo di visitatori in 28 anni per quattro miliardi di ricavi totali, tra biglietterie e servizi aggiuntivi: i numeri dei musei dal 1996 al 2024 crescono (addirittura più di quelli del turismo), ma non tutti allo stesso ritmo. Il primo database pubblico online e il Libro Bianco dei musei statali italiani, realizzati da MondoMostre e Università Roma Tre, raccontano in cifre un andamento su larga scala. E si propongono come veicoli per le sfide del futuro, la prima delle quali è una banca dati europea dei musei.

A presentare, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, il lavoro congiunto, sono intervenuti il presidente di MondoMostre, Tomaso Radaelli, Carlo Alberto Pratesi, professore presso il dipartimento di Economia aziendale dell’Università Roma Tre, Luca Mercuri, dirigente del servizio III della Direzione generale del Ministero della Cultura (in rappresentanza del direttore generale Musei, Massimo Osanna, impegnato in un viaggio istituzionale), le curatrici del volume Laura Di Pietro e Flaminia Musella dell’Università Roma Tre, e il presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Fabrizio Mollicone. La ricerca integra per la prima volta i dati sui visitatori e sugli incassi delle biglietterie, su clienti e ricavi dei servizi aggiuntivi, su royalty dei concessionari, pubblicati ogni anno dall’Ufficio di Statistica del MiC, con le serie storiche dell’Istat su turismo e popolazione.

L’idea alla base del progetto ha radici lontane, come spiega il presidente di MondoMostre, Radaelli: «Nel 2010 la nostra azienda si interessò per la prima volta alle gare per le concessioni museali e così realizzammo il primo database. Accumulando numeri forniti dalle istituzioni, piano piano ci siamo accorti che avevamo in mano un valore e abbiamo pensato di restituirlo mettendolo a disposizione. Il passo successivo dovrebbe essere una banca dati europea, che al momento è assente; non ci sono dati omogenei fra i vari Paesi, nel caso dei servizi aggiuntivi spesso mancano del tutto. Partendo dal progetto presentato oggi, cercheremo di lanciare una best practice per gli interlocutori europei». Il presidente Radaelli, a «Il Giornale dell’Arte», ha aggiunto: «MondoMostre svolge quasi metà della sua attività fuori dall’Europa e, in questa chiave, nel prossimo futuro sarebbe importante sviluppare una geopolitica delle mostre e dei musei. Abbiamo destinato una parte delle risorse della nostra azienda alla ricerca per il database: è il nostro modo di essere presenti e restituire qualcosa all’esterno»

Il Libro Bianco del Musei statali italiani. Photo: Monkeys Video Lab, courtesy MondoMostre

L’analisi presentata dalle autrici del Libro Bianco, Laura Di Pietro e Flaminia Musella, mostra una veloce crescita di quelli che sono rimasti ancora oggi i tre «grandi attrattori» Italiani, ovvero i siti culturali che da soli drenano circa il 50 per cento dei ricavi totali: il Parco Archeologico del Colosseo, la Galleria degli Uffizi e il Parco Archeologico di Pompei. I circa 500 musei presi in esame, nell’arco di 28 anni (1996-2024), hanno ospitato più di un miliardo di visitatori, divisi a metà tra paganti e non paganti, per un ricavo di quattro miliardi dagli ingressi e poco meno di un miliardo dai servizi (entrati a pieno regime dal 2008). 

Dal 1996, i visitatori sono cresciuti ogni anno in media del 5,1 per cento e i ricavi da biglietteria del 22,3, con un incremento totale degli ingressi dell’83,8 per cento, mentre gli arrivi turistici (analizzati dal 2008) sono aumentati del 46,4. Un altro punto nodale dello studio evidenzia che la cosiddetta Riforma Franceschini, varata nel 2014 con l'obiettivo di incentivare la valorizzazione dei beni accanto alla conservazione, ha portato gli istituti statali dotati di autonomia a un surplus di attività e di incassi rispetto agli altri. Inoltre, la tendenza alla crescita regolare registrata fino al 2019 è stata bloccata repentinamente nel biennio 2020-21 a causa delle restrizioni legate alla pandemia; mentre a partire dal 2022 si è registrata una ripresa, fino ad un più deciso consolidamento nel corso del 2023, anno nel quale sono stati superati i valori del 2019. Un balzo in avanti compiuto anche grazie all’introduzione della biglietteria in un monumento chiave come il Pantheon di Roma.

Il professor Carlo Alberto Pratesi dell’Università Roma Tre commenta così i risultati dello studio: «Possedere dati aggiornati è fondamentale per sviluppare un’economia aziendale dei musei e della cultura. Il lavoro è stato realizzato da un Dipartimento di economia aziendale dell’Università, mentre solo poco tempo fa la cultura veniva percepita come un lusso finanziato dall’economia, quando questa era florida. In realtà è l’opposto: il peso dell’Italia, anche all’estero, dipende dalla sua cultura millenaria». Il presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Fabrizio Mollicone, ha annunciato la prossima organizzazione di un’anagrafe digitale statale della cultura, basata sul principio di sussidiarietà proprio dell’articolo 118 della Costituzione: «È un articolo della nostra Costituzione che è stato trascurato e che vogliamo applicare attraverso uno strumento trasparente ed esaustivo per diffondere la conoscenza del patrimonio culturale. Soggetti privati, realtà associative e lo Stato possono cooperare per dare forma a modalità alternative alla valorizzazione della cultura, secondo il principio di sussidiarietà. In questa chiave, è possibile che il database di MondoMostre venga integrato in una prossima anagrafe digitale statale». 

Il dirigente del servizio III del Ministero della Cultura, Luca Mercuri (ex direttore regionale dei Musei della Puglia e attualmente dirigente delegato per il Pantheon e Castel Sant’Angelo a Roma) ha sottolineato, analizzando alcuni dati della ricerca, la presenza di musei che in passato non coprivano i costi di biglietteria. «Grazie ai fondi del Pnrr, spiega, sono stati messi a disposizione dei musei più piccoli strumenti digitali che abbattono i costi di biglietteria; inoltre è stata messa a punto l’app Musei Italiani con la quale accedere alla piattaforma degli istituti di tutto il Paese per avere informazioni ufficiali e per prenotare gli ingressi». 

Il Pantheon visto da piazza della Minerva a Roma

Il Parco Archeologico di Pompei. Foto dal sito cultura.gov

Letizia Riccio, 13 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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