Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliPrimo dei tre musei che saranno inaugurati in città nel 2025 (gli altri sono il museo delle migrazioni Fenix progettato dai cinesi Mad e quello nazionale della fotografia realizzato da Renner Hainke Wirth Zirn Architekten e WDJArchitecten), Portlantis è il nuovo spazio espositivo e centro visitatori del porto di Rotterdam, che dal 22 marzo sostituisce in forma permanente l’hub informativo FutureLand. Il grande successo di pubblico della struttura temporanea, inaugurata nel 2009 durante la costruzione della seconda estensione artificiale del porto di Rotterdam (Maasvlakte 2), ha infatti spinto l’autorità portuale a realizzarne una permanente nel punto più occidentale, con viste spettacolari su costa, porto e mare.
Il progetto architettonico porta la firma di Mvrdv Architects, uno dei più celebri e internazionali studi di Rotterdam, mentre l’allestimento permanente è stato ideato dallo studio di Amsterdam Kossmanndejong. Esteso su una superficie di 3.533 metri quadrati e costruito in meno di due anni (il progetto è del 2021, ma i lavori sono iniziati il 5 giugno 2023), Portlantis concretizza caratteristiche e valori del porto commerciale più grande d’Europa (terzo nel mondo dopo Shanghai e Singapore) attraverso sostenibilità, funzionalità, forza dell’impatto visivo e uso di materiali industriali. «Come in una macchina la forma dell’edificio, composto da cinque spazi espositivi ruotati e impilati, è una diretta risposta alle attività che vi si svolgono, dentro e fuori, affermano infatti gli architetti Mvrdv. Ogni piano è quadrato e gode di una grande finestra panoramica, in cui orientamento rispecchia differenti funzioni: nella caffetteria al piano terra la finestra è rivolta a Ovest e offre un’intima vista sulle dune, mentre il ristorante al quarto piano si affaccia sul Mare del Nord».
L’esposizione permanente ideata da Kossmanndejong si distribuisce sui tre piani intermedi, affrontando ogni volta un tema diverso che le finestre panoramiche contribuiscono a identificare. Nucleo tematico principale è ovviamente la scoperta del porto con la sua complessità, che dal piano economico si estende a quello sociale e ambientale. Grande attenzione è stata dedicata a spiegare in modo comprensibile epocali cambiamenti come la transizione energetica e la digitalizzazione. Un grande atrio centrale funge da spazio espositivo a sé stante e accoglie una scultura cinetica sospesa su un grande modello del porto, mentre un sistema di scale esterne enfatizzate dal colore rosso offre la possibilità di fruire le viste panoramiche dall’edificio senza pagare il biglietto.
Portlantis accoglie inoltre l’Eic Mainport Rotterdam, centro informativo ed educativo orientato al target scolastico. Di grande importanza gli aspetti legati alla sostenibilità, oggi molto dibattuti in ambito museale. Portlantis vanta infatti consumo energetico zero, essendo l’alimentazione interamente garantita da 266 pannelli solari e da un mulino a vento. I pannelli utilizzati per la facciate sono realizzati con materiali parzialmente riciclati, altamente isolanti e saranno restituiti al produttore alla fine del ciclo di vita dell’edificio. Anche le fondazioni, che evitano l’uso di pali di cemento, sono progettate per non lasciare traccia.

Una veduta interna del museo Portlantis. © Portlantis
Altri articoli dell'autore
Al Kunstmuseum di Berna il dipinto «Domenica dei contadini di montagna» per la prima volta dopo quasi un secolo torna ad affiancare il suo originario pendant, «Domenica alpina. La scena alla fontana»
Allo Stedelijk Museum di Amsterdam «un’occasione importante per mostrare la mia pratica in evoluzione intorno a temi come il controllo fisico e il nostro rapporto con le identità digitali»
Un nuovo allestimento conduce dal gusto orientalista degli anni Venti alla giocosa contemporaneità di Enrico Coveri, passando per donna Franca Florio e Felice Casorati, Elsa Schiaparelli e Capucci, ma anche Burri tra gli abiti dello Space Age Movement
160 opere di 80 artisti che dall’Ottocento ad oggi accostano arte e studi scientifici legati alla psicologia e al paranormale