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«Veduta di Verona» (1710-20 ca), di Gaspare Vanvitelli, stima 350-550mila euro. © Bonino casa d'aste

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«Veduta di Verona» (1710-20 ca), di Gaspare Vanvitelli, stima 350-550mila euro. © Bonino casa d'aste

Da Guido Reni a Damien Hirst, Bonino disperde cinque secoli di storia dell’arte

L’incanto si tiene il 30 e 31 gennaio a Roma. Una parte delle opere provengono dal patrimonio di Veneto Banca

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Elena Correggia

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Un viaggio lungo cinque secoli nella storia dell’arte italiana, dal Rinascimento ai giorni nostri, con una particolare attenzione all’arte veneta e alcune incursioni sulla scena internazionale fra Otto e Novecento. È qanto propone il catalogo dell’asta «Meraviglie atto II». La gioia a colori, che la casa d’aste Bonino di Roma metterà all’incanto in due diverse tornate il 30 e 31 gennaio.

Una parte delle opere in vendita proviene dalla dismissione del patrimonio storico-artistico di Veneto Banca, istituto posto in liquidazione coatta amministrativa. L’incanto fa seguito a un primo atto della vendita, gestita da Bonino per conto della banca, che vide realizzare un record per la scultura di Canova «Amore e Psiche», aggiudicata per oltre 1,2 milioni di euro.

Ora invece fra i lotti più significativi derivanti dalla collezione dell’istituto spicca «San Francesco in meditazione», un dipinto inedito di Guido Reni, datato agli anni ’30 dei Seicento. Stimato 100-150mila euro, l’olio su tela non eccede in un decorativismo fine a se stesso ma il naturalismo accurato dei dettagli concorre a un rimando ideale all’armonia e perfezione ultraterrena. Alla stessa collezione appartiene fra gli altri anche «Al bagno», un suggestivo nudo femminile di Federico Zandomeneghi, un pastello dal chiaro segno divisionista che guarda al tempo stesso alla grazia e all’eleganza settecentesca (20-30mila) e poi opere di Maurice Utrillo, Ennio Morlotti, Emilio Tadini, Renato Guttuso e Mario Schifano.

In asta 378 lotti, eterogenei per epoca, significativi per autore e provenienza, variabili per qualità e stime, vedono spiccare anche altri conferimenti. Nell’ambito della pittura antica un particolare pregio si ritrova negli esempi di pittura veneta e lombarda. È il caso di una «Madonna con Bambino» che si inserisce nello stile proprio della bottega dei Vivarini e databile intorno al 1460-70 circa (80-120mila). Gli studiosi ritengono possa essere opera di transizione della vecchiaia di Antonio Vivarini o del periodo di formazione del fratello Bartolomeo, senza escludere la possibile partecipazione di un altro artista connesso alla bottega. Un’«Adorazione dei Magi» è stata invece attribuita con certezza da Mina Gregori a Domenico Morone, esponente di punta del Rinascimento veronese (70-100mila), una tavola che secondo la studiosa rivela in modo evidente l’acquisizione delle novità e degli echi del Mantegna espressi a Padova e di quelli rivelati a Venezia sotto l'influenza di Carpaccio.

Ancora il Cinquecento della Serenissima è protagonista in una piccola tela che, pur ripulita, presenta un fondo piuttosto consunto, proveniente dalla collezione dello storico dell’arte Edouard Safarik. L’esperto riteneva questo lavoro un autoritratto di Marietta Robusti, figlia di Jacopo Tintoretto e artista di cui sono assai rare le opere attribuite con certezza (25-35mila). «Allegoria della Giustizia e della Pace» rappresenta invece un’importante tela del pittore senese Antiveduto Gramatica, attivo a Roma fra XVI e XVII secolo (200-300mila). Gli studiosi concordano nell’attribuzione dell’opera, dall’innegabile eleganza compositiva. Quanto alla provenienza, potrebbe coincidere con la tela citata nelle collezioni sabaude all’epoca di Vittorio Amedeo I di Savoia, oppure con quella presente nella quadreria di un gentiluomo romano, Paolo Mercati. Molto rara in quanto realizzata su rame è poi «Veduta di Verona» di Gaspare Vanvitelli, forse la più significativa opera di questo soggetto per mano di Vanvitelli e documento rilevante per la topografia storica di Verona. Aggiudicata da Sotheby’s nel 2005 per 756mila euro, è proposta con una stima di 350-550mila.
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Espressione matura del verismo lirico e delicato di Luigi Nono, esponente della pittura veneta dell’Ottocento «Il bimbo malato» ha già segnato il record in asta per l’autore, in Svezia, nel 2011 per 350mila euro circa ed è ora proposto con stima di 340-420mila. Per il Novecento invece sono da segnalare un «Concetto spaziale» bianco del 1960 di Fontana (70-100mila) e un dipinto di Damien Hirst della serie degli «Spot painting» con l’inconsueta ripetizione di pallini di un unico colore, azzurro, su fondo bianco (400-600mila).  Secondo la consuetudine della casa d'aste Bonino tutte le opere saranno proposte con una base d'asta al 200% rispetto alla stima minima.

Elena Correggia, 29 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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