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Una veduta della mostra «Supernova» al secondo piano della boutique di Bvlgari, in via Monte Napoleone a Milano

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Una veduta della mostra «Supernova» al secondo piano della boutique di Bvlgari, in via Monte Napoleone a Milano

Da Bvlgari Ruth Beraha in dialogo con la Collezione Iannaccone

Al secondo piano della nuova boutique milanese la Maison di alta gioielleria ha inaugurato il primo di una serie di importanti progetti d’arte

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Nella nuova boutique di Bvlgari, inaugurata nella scorsa primavera a Milano in via Monte Napoleone, l’intero secondo piano è stato pensato per accogliere, come in un salotto, piccole mostre d’arte, che qui trovano l’opportunità di essere viste da un pubblico internazionale. Il primo appuntamento è quello con la Fondazione Giuseppe Iannaccone, istituita dal famoso avvocato e collezionista milanese di arte moderna e contemporanea (il cui studio, colmo di opere d’arte, si trova dirimpetto), che presenta fino all’11 gennaio 2026 la mostra «Supernova», in cui cinque importanti opere della Collezione Iannaccone sono poste in dialogo con un lavoro in vetro dell’artista italiana Ruth Beraha (1986), da lei ideato a La Palma, nelle Canarie, luogo in cui, grazie al bassissimo inquinamento luminoso, si trovano alcuni osservatori astronomici, fra i quali il nostro Telescopio Nazionale Galileo. Qui Ruth Beraha ha riflettuto su come un fenomeno all’apparenza catastrofico come l’esplosione di una stella (una Supernova) possa invece rivelarsi una fonte di nuove opportunità di rinnovamento o addirittura di rinascita. Intanto, osservando gli astronomi al lavoro, impegnati come sono, oggi, a cercare negli spazi cosmici altri pianeti affini alla Terra da poter un giorno (forse) raggiungere e colonizzare, si è interrogata sul concetto d’identità e di alterità e si è immersa in un’indagine profonda del sé, che ha tradotto in quest’opera intitolata «L’Altra (The Other)», 2022: un blocco di vetro scuro come la notte dalla superficie modellata irregolarmente ma dolcemente, come fosse una pietra levigata dall’acqua, sul cui fondo è impresso il suo volto, percepibile però da una sola posizione, ruotandovi intorno. Un lavoro emozionante, di grande qualità poetica ed emozionale.

Tutt’intorno, in questo spazio prezioso dai colori pacificanti, ci s’imbatte in cinque opere della Collezione Iannaccone, in prevalenza di artiste donne. L’ingresso è dominato dall’artista americana Laura Owens (1970), che nell’«Untitled» (2000) qui esposto ha evocato il dipinto «Le Lit» (1892) di Henri de Toulouse-Lautrec, che amava ritrarre le donne delle «maison close» parigine, di cui era un assiduo frequentatore, nelle prime ore del mattino quando, finito il loro impegno degradante, potevano abbandonarsi ai loro veri sentimenti, spesso dedicati alle compagne di lavoro. Con i suoi colori squillanti e le sue forme, invece, delicate, appena accennate, il dipinto racconta la quotidianità e l’intimità di queste donne negli unici momenti in cui potevano essere sé stesse.

Una veduta della mostra «Supernova» al secondo piano della boutique di Bvlgari, in via Monte Napoleone a Milano

Una veduta della mostra «Supernova» al secondo piano della boutique di Bvlgari, in via Monte Napoleone a Milano

Entrando nella prima parte del salotto, ecco l’impressionante collage «Humming Eye» (2007) di Wangechi Mutu (1972), artista afroamericana che crea figure visionarie e metamorfiche componendo ritagli di riviste su cui applica glitter, lustrini ed elementi naturali come le piume, indagando con esse temi legati al genere e alla rappresentazione della donna nera nella cultura contemporanea. Nigeriana ma cresciuta in Alabama è Toyin Ojih Odutola (1985), artista di cui Giuseppe Iannaccone ha riconosciuto il valore quando ancora era agli esordi: qui è presente con la bellissima, grande carta «Lailai Tun Bere» (2018), realizzata con strati e strati di segni tracciati con materiali diversi, in cui incorpora con delicatezza tempo e emozione. Due artisti uomini abitano infine lo spazio successivo. Del fotografo americano Tyler Mitchell (1995) è esposta la grande stampa fotografica «Untitled (Structure)» (2019), che mostra, riprendendolo dal basso in una prospettiva fortemente scorciata, un giovane uomo nero colto in un momento di spensieratezza, sullo sfondo di un cielo azzurrissimo, perfetta espressione della «black utopia» coltivata da chi è stato così lungamente discriminato. Da ultimo, il tondo lucente «Death, Beauty and Justice» (2007) di Raquib Shaw (1974), artista cresciuto nel Kashmir nei momenti più duri dei conflitti indo-pakistani: per esorcizzarli, Raquib Shaw crea mondi edenici, accesi da colori di gemma e carichi di ornamenti sontuosi e materici, che negano i colori plumbei, di macerie e di morte, della gioventù vissuta nella guerra.

Questo, assicura il direttore di Fondazione Bvlgari, Matteo Morbidi, è il primo di una serie di progetti che vedranno coinvolta la Maison di alta gioielleria (oggi parte del gruppo LVMH e diversificata in numerosi prodotti e servizi di lusso, dai profumi all’hotellerie), che fu fondata a Roma da Sotirio Bulgari nel 1884, per diventare subito, con le sue strepitose creazioni, un simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.

Matteo Morbidi, Giuseppe Iannaccone, Alessia Iannaccone, Ruth Beraha e Daniele Fenaroli

Ada Masoero, 29 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Da Bvlgari Ruth Beraha in dialogo con la Collezione Iannaccone | Ada Masoero

Da Bvlgari Ruth Beraha in dialogo con la Collezione Iannaccone | Ada Masoero